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Il programma del ciclo di incontri “Una finestra sul mondo” per l’Orrobre Missionario 2025 che ha preso il via il 30 settembre a Novara, prosegue dal 9 al 12 ottobre con il Festival della Missione a Torino, grande evento nazionale. Gli appuntamenti in diocesi riprendono martedì 14 ottobre a Galliate (Sala Domus Mariae, via Marchesa Bianca di Caravaggio 4) con sr. Giustina Zanato, missionaria salesiana in Brasile, sul tema “Per una rinnovata ecologia integrale”.

Sabato 18 ottobre alla parrocchia Sacra Famiglia al Villaggio Dalmazia di Novara sono previsti due momenti: alle ore 18 la pre-veglia giovani e alle 21 la Veglia missionaria diocesana “Missionari di speranza tra le genti”, con le testimonianze di don Nassar Nur El Din e Irene Pennisi.

Il ciclo prosegue martedì 21 ottobre a Villadossola (oratorio, via XXV Aprile 26) con Maria Soave Buscemi, missionaria in Brasile e biblista popolare, su “Con Gesù, pellegrinanti nella speranza”.
Ultimo appuntamento martedì 28 ottobre a Borgomanero (oratorio, viale Dante Alighieri 9) con la famiglia Crespi, già missionaria in Perù, che affronterà il tema “Famiglia missionaria oggi: una sfida possibile?”.


Ora è una bambina maltrattata o un mendicante. Ora una madre in cerca di cibo per i figli o un anziano senza forze sul ciglio di una strada. Sono tanti i volti del prossimo. E tutti li vuole guardare bene in faccia e abbracciare il Festival della missione, intitolato al ‘Volto prossimo’.

La sua terza edizione si svolge a Torino, da giovedì 9 a domenica 12 ottobre, promossa e sostenuta da Fondazione Missio e dalla Conferenza degli istituti missionari in Italia (Cimi), in collaborazione con l’Arcidiocesi di Torino e Fondazione Crt.

Il Festival è parte integrante della proposta della diocesi di Novara per l’Ottobre Missionario che si è aperta lo scorso 30 settembre a Novara con la testimonianza di Ilaria e Flavio Bobbio del Cuamm (nelle foto) e che proseguirà per tutto il mese, con al centro l’appuntamento della Veglia alla vigilia della Giornata missionaria mondiale che si terrà sabato 18 ottobre alla parrocchia Sacra Famiglia al Villaggio Dalmazia di Novara.

Il programma è stato presentato in settimana alla Facoltà Teologica di Torino (una delle sedi del Festival che si articolerà in vari spazi del centro, tra piazza Castello e la chiesa di San Filippo Neri) con il vicario generale della diocesi mons. Alessandro Giraudo a fare gli onori di casa.

La missione, ha detto Marco Prastaro, vescovo di Asti, che fin dalla prima ora ha sostenuto il festival per conto della Conferenza episcopale del Piemonte e della valle d’Aosta, è condivisione di esperienze e di sofferenze. Ma anche di fede.

«Invita tutti – non solo i missionari – a guardare il prossimo con occhi nuovi. E a farci carico delle sue necessità». Lo sguardo sull’altro è peraltro un’esperienza mistica. «Perché svela il volto vero di Cristo. Ed è questo l’incontro che ci trasforma».

Un Festival, che è anche un esempio di collaborazione piena tra tutti gli organismi missionari in Italia, come ha sottolineato don Giuseppe Pizzoli, direttore di Fondazione Missio.

A Torino, da paesi sperduti, approderanno racconti di sofferenza. Ma anche storie di riscatto. Come quelle che porterà la missionaria Natalina Isella.

Suora laica della Congregazione delle Discepole del crocefisso, da decenni suor Natalina dedica la propria vita al prossimo in situazioni di estrema povertà.

Da quasi cinquant’anni opera nella Repubblica Democratica del Congo come responsabile della casa di accoglienza Ek’abana da lei creata a Bukavu, nella regione del Kivu, per le minori perseguitate. Qui segue e accompagna in percorsi di sostegno le numerosissime bambine accusate dai parenti di essere streghe. Ritenute causa delle disgrazie e avversità che si sono abbattute sulla famiglia.

Dal Perù arriva la testimonianza di César Eduardo Piscoya Chafloque, consulente presso il Centro di programmi e reti di azione pastorale del Consiglio episcopale latino-americano (Celam). Piscoya è stato segretario esecutivo della vicaria pastorale della diocesi di Chiclayo accanto all’allora monsignor Robert Prevost. Oggi papa Leone XIV. «In Perù papa Leone ha fondato la sua opera missionaria sulla giustizia sociale.

Sulla sinodalità effettiva e sulla corresponsabilità. Ha tracciato un cammino che stiamo tuttora seguendo. Un percorso che supera l’assistenzialismo e dà dignità agli ultimi». Gli ultimi, appunto. Che sono il volto prossimo. Quello di Cristo.

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