Il cammino dei giovani partecipanti a “R-estate in missione” si è concluso domenica 18 maggio con una giornata speciale presso il Sermig di Torino, la storica struttura fondata da Ernesto Olivero.
«L’incontro al Sermig non è stato solo un momento conclusivo, ma un’occasione per rileggere insieme il cammino compiuto», spiega Luciano Agazzone, volontario del Centro missionario diocesano, che si occupa di coordinare e organizzare il percorso formativo che da anni il Centro Missionario diocesano propone per sensibilizzare i ragazzi ai temi della missione e della mondialità. Quest’anno i partecipanti sono stati venticinque.
«La struttura del Sermig – prosegue Agazzone – ha offerto uno spazio di silenzio, ascolto e confronto che ha lasciato nei partecipanti un’impronta significativa, che ha permesso loro di confrontarsi sul tema della pace, della ricerca del bene comune, del servizio. Non si è trattato semplicemente di “una giornata riuscita”, ma di un’esperienza densa di contenuti e di relazioni, vissuta in modo autentico e profondo».
Tutti gli appuntamenti di “R-estate in missione” si sono svolti presso il Seminario di Gozzano, luogo scelto non solo per la sua posizione centrale, «ma anche per il suo valore simbolico: spazio di formazione, discernimento e comunità – prosegue Agazzone –. Ogni incontro, distribuito lungo l’arco dell’anno, ha affrontato tematiche di grande attualità: l’economia globale, la salvaguardia del creato, la dimensione spirituale della missione, quest’ultima curata da don Mauro Baldi, vicerettore del Seminario. A guidare le riflessioni sono stati relatori qualificati, tra cui il professor Davide Maggi dell’Università del Piemonte Orientale e diversi esperti del Pontificio Istituto Missioni Estere, la cui presenza ha arricchito il percorso di sguardi ampi e prospettive internazionali».
La risposta da parte dei giovani tra i 19 e i 30 anni, è stata «molto positiva – ricorda Benedetta Scalia, giovane volontaria del Centro missionario diocesano e membro di Missio Giovani Piemonte –. Tutti i partecipanti sono accomunati da una grande curiosità e desiderio di ricerca di un senso più profondo nelle cose e di mettersi in gioco. A questo bisogno e a questi desideri il percorso “R-estate in missione” è riuscito a dare una risposta, perché lascia spazio anche alla condivisione e alla cura dei legami. E ha aiutato tutti a crescere nella consapevolezza dell’importanza, nel viaggio verso la missione così come nella vita di tutti i giorni, di uno stile di vita radicato nel Vangelo».
I ragazzi che hanno vissuto il percorso quest’anno saranno chiamati a continuare il cammino insieme, diventando “veterani”, portando la propria testimonianza ai giovani che vorranno intraprendere il cammino il prossimo anno, nell’edizione di “R-estate in missione 2025-2026” che si sta progettando in queste settimane, e alle comunità parrocchiali che vorranno invitarli per ascoltare la loro esperienza.
In dieci partiranno per India, Ciad e Brasile, per vivere un’esperienza missionaria. «Anche se solo alcuni dei ragazzi del “R-estate in missione” si stanno preparando a trascorrere una parte importante della loro estate in missione, tutti si sono preparati a diventare “missionari”, in un senso più ampio del termine – precisa don Massimo Casaro, direttore del Centro missionario diocesano di Novara –. Attraverso un ciclo di otto incontri, si sono preparati non solo a vivere un’estate diversa, ma anche ad approfondire temi essenziali per essere uomini e donne pronti a vivere come missionari e testimoni del Vangelo ogni giorno, in una missione in un altro continente così come nella comunità in cui si vive».
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