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«La sicurezza è prioritaria per le aziende, di tutti i settori e con qualsivoglia numero di dipendenti. Gli imprenditori se ne rendono ben conto, tant’è che ogni anno investono tempo e denaro nella propria formazione e in quella dei loro dipendenti, nella consulenza e nell’acquisto dei dispositivi di sicurezza previsti dalla normativa». Michele Setaro, Presidente di Unione industriali VCo, ricorda che le aziende «Sanno bene che la prevenzione efficace dei rischi di infortunio e incidente che si possono verificare sul posto di lavoro, contribuisce al benessere aziendale, incrementa l’efficienza e la produttività, oltre ad evitare di incorrere in sanzioni».

Quali le iniziative che avete messo in atto negli anni per prevenire gli incidenti sul lavoro?

«Unione Industriale Vco riconosce al tema della sicurezza negli ambienti di lavoro carattere prioritario, meritevole di primaria considerazione e impegno. Da sempre, le aziende associate vengono sistematicamente informate e aggiornate sulle novità in materia, attraverso una costante opera di informazione sulle disposizioni normative e sulla relativa interpretazione. Specifici casi aziendali vengono affrontati attraverso il coinvolgimento di collaboratori di elevato profilo tecnico. Inoltre, ad ulteriore supporto delle aziende associate, è stato costituito all’interno della nostra Unione, un apposito Comitato di Esperti Ambiente e Sicurezza delle principali aziende del Vco, avente il compito di instaurare un confronto permanente tra le imprese, così da individuare le principali e comuni problematiche sorte in materia, mettendo a fattor comune le singole esperienze e casistiche, alla ricerca di soluzioni e di linee di condotta condivise. Il Comitato si propone inoltre di dialogare con gli Enti titolari di funzioni ispettive e di controllo, al fine di una diffusione sempre maggiore e più efficace della cultura della sicurezza».

Quando si verificano gli incidenti, a suo parere, cos’è che non funziona?

Difficile stabilirlo, bisognerebbe valutare caso per caso. Io credo che la casualità, o forse meglio, la fatalità, giochino la loro parte. Con questo non voglio dire che non ci siano delle responsabilità e delle colpe, frutto di inosservanza delle normative, imprudenza, fretta, stress, stanchezza, superficialità, imputabili talvolta ai datori di lavoro, talvolta ai lavoratori: è giusto andarne alla ricerca, indagando le dinamiche e le modalità che determinano il verificarsi degli infortuni, anche per impedire che questi si ripetano in circostanze analoghe, cosicché ogni incidente diventi un caso di studio e serva a impedire che succeda di nuovo, altrove».

L’articolo integrale sul settimanale – nelle edizioni Il Verbano, L’informatore del Cusio e il Popolo dell’Ossola – in edicola il venerdì e disponibile online.

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