«Una donna italiana su tre, durante la sua vita, subisce violenza fisica o psicologica. Durante la sua vita, un uomo su tre fa violenza a una donna. Però solo una donna su dieci denuncia quanto subìto, segno che manca fiducia nelle istituzioni».
Lo ha detto Paola Di Nicola Travaglini – giudice della Corte di Cassazione e consulente giuridica della Commissione parlamentare sul femminicidio – al Teatro Rosmini (il ricavato alla suore rosminiane dell’Addolorata), in una serata sulla valorizzazione della donna con spettacoli di danza, indetta dall’associazione “Protagonisti insieme” di cui è presidente il giornalista Marco Tolotti.
“La” Giudice con l’articolo al femminile per rimarcare il suo essere donna (necessario visto che solo dal 1963 le donne possono accedere alla Magistratura), intervistata dallo stesso Tolotti, si è soffermata sulla persona, il maschio, autore di violenza. «Spesso – ha sottolineato – si dice sia preso da raptus, quasi a giustificarlo. Talvolta si ritiene che la violenza nasca in persone di scarsa cultura, che vivono in condizioni di indigenza. Invece l’autore di violenza lo si trova in persone apparentemente normali: “saluta sempre, è una persona a modo, correttissimo sul lavoro”. Quante volte abbiamo sentito queste frasi riferite a uno stupratore?»
Che cosa c’è alla base alla violenza?
«Il non volere che la donna possa avere libertà di scelta».
Ci sono anche retaggi culturali duri a morire.
«Ancora si guarda una donna non per quello che è – le sua capacità, la sua intelligenza – ma per il suo corpo».
Che cosa si può fare?
«Ascoltare, non lasciar cadere un messaggio di aiuto: significa fiducia da parte della vittima verso l’interlocutore».
La serata è stata arricchita dallo spettacolo, di perfezione e di bellezza, frutto di ore di allenamento e passione, dei gruppi di ballo e di ginnastica École de danse, Nuova Danza, Soul & Body, Funtastic Gym, e Twirling Santa Cristina. Letture di sottofondo di Annalisa Beccaria, presidente del Consiglio comune di Borgomanero, che ha voluto fortemente lo spettacolo, durante il quale sono stati annunciati nomi di 105 donne, vittime di violenza, quest’anno in Italia (una ogni tre giorni), fino a Giulia Cecchettin, uccisa dal fidanzato, anche in questo caso ritenuto «un bravo ragazzo».