«La mia chiamata risale alla Notte di Natale del 1980, avevo nove anni. Era il mio primo Natale da chierichetta, ero felicissima! Al termine della Messa, il parroco, don Giuseppe Sacco, ha chiesto aiuto a me e ad un altro bambino per liberare un ambiente della casa parrocchiale da alcuni topolini che lo infastidivano continuamente. Compiuta la missione, in una piccola stanza in cui tuttora mi emoziono, ho sentito dentro di me una voce che mi chiedeva due cose: l’attenzione per i sacerdoti e la passione per la Liturgia. Sono passati 44 anni da quel momento, ed io sono rimasta sempre fedele a questo invito».
Inizia così la storia di Cristina Moroso, che domenica 23 giugno alle 10.30, nella parrocchia di Briga Novarese, sarà consacrata nell’Ordo Virginum, durante la celebrazione presieduta dal vescovo Franco Giulio.
Classe 1971, Cristina comincia molto presto la sua collaborazione in parrocchia. A quindici anni catechista, lettrice e parte di un numeroso gruppo di giovani dell’Oratorio cerca di rendersi utile più che può. Di anno in anno viene inserita sempre di più nel contesto parrocchiale, ampliando i suoi impegni.
«Con don Luigi Trentani – continua Cristina -, ho cominciato ad approfondire più aspetti della vita liturgica e pastorale della parrocchia. Don Giovanni Antoniazzi mi ha introdotta nell’amministrazione, nella gestione dell’archivio, nella cura dei beni parrocchiali. Negli ultimi anni don Giorgio Malvestio ha raccolto le mie conoscenze e competenze maturate negli anni e mi ha inserita in nuove sfide, mirate alla corresponsabilità e all’aiuto concreto. Sono ministro straordinario della Comunione, un grande dono che mi aiuta a crescere spiritualmente. Collaboro e mi confronto con le altre figure di coordinamento presenti in parrocchia».
Il tutto, proseguendo con la sua vita e il suo lavoro, insegnante di scuola primaria dal 1990. La sua famiglia è sempre presente e sostiene con gioia le sue scelte. «I miei genitori e i miei nonni, – prosegue – mi hanno seguita con entusiasmo durante tutto il cammino di iniziazione cristiana. Mi hanno trasmesso che la vita di fede trova compimento nell’apertura e nella disponibilità verso l’altro e, con mia sorella e mio nipote, mi hanno sempre supportata nella scelta di dedizione a Cristo, alla Chiesa, ai sacerdoti. Ricordo sempre con grande affetto la mia bisnonna Carmela, che io chiamavo “Bis”. A partire dai tre anni pregavo con lei ogni giorno, mattina e sera, in latino. In quelle parole, magari buffe e imprecise, era scritta la mia vita».
E così, lentamente, la piccola pianta nel più profondo del suo cuore, cercando la luce, si fa avanti, cresce e la accompagna dolcemente verso una scelta che ormai è inevitabile. «Ho scelto l’Ordo Virginum, – conclude Cristina – perché è la forma di Consacrazione che meglio esprime il mio desiderio di unire totalmente il mio cuore a quello di Cristo, rimanendo radicata nella mia comunità e nella diocesi, mantenendo le relazioni familiari, sociali e la mia professione. Ciò significa vivere ancora più intensamente il legame speciale che da tanti anni mi unisce a Gesù. Portare ogni giorno a lui, nella preghiera, la vita di tante persone, mettere a disposizione i talenti che mi ha dato ed essere in modo sempre più maturo e discreto una presenza e un riferimento accanto ai sacerdoti. Vorrei infine essere testimone del fatto che “vocazione” è scoprire che siamo chiamati per un disegno di Amore… al resto, al momento giusto e con l’aiuto delle persone giuste, pensa Lui».
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