Lasciarsi interrogare e stupire dalla bellezza del Creato, inquadrando la meraviglia con gli occhi e specchiando la propria anima nella natura. Questo l’invito che il vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla ha rivolto durante la Giornata per la cura del Creato ai partecipanti al pellegrinaggio sulla Via degli Scalpellini, da Pella al Santuario della Madonna del Sasso. Circa 80 i fedeli che hanno preso parte a questa iniziativa.
«La Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato è stata celebrata con un pellegrinaggio che ha preso il via da Pella, dal cimitero di San Filiberto, e che si è concluso al santuario della Madonna del Sasso, guidato dall’associazione Amici di Santiago e da Enrico di Alzo – ricorda don Brunello Floriani, vicario episcopale per la pastorale -. Qui abbiamo ricordato mons. Aldo Del Monte (vescovo di Novara dal 1972 al 1990) e la fondatrice del monastero madre Anna Maria Cànopi. Ad accompagnarci nella riflessione la toccante testimonianza di Mariella Enoc, già presidente dell’Azione Cattolica diocesana e dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma».
La Messa presieduta dal Vescovo ha concluso la Giornata per la cura del Creato. «Vi chiedo di fare un piccolo esercizio per voi che siete ascesi fino a questo luogo incantevole – ha detto mons. Franco Giulio Brambilla al termine dell’Omelia nella Messa nel Santuario -. Affacciatevi da questo balcone naturale, con il suo meraviglioso spettacolo e chiedetevi se la natura, il mondo, il creato che stanno davanti ai nostri occhi, potremo trasmetterlo alle generazioni future, possedendolo, manipolandolo, sfruttandolo, immaginandolo come una cava di pietra?!? L’ultima e improbabile immagine che potrebbe venirci in mente è che sotto di noi vi sia una cava di pietre da sfruttare a nostro piacimento».
L’invito è quello di lasciarsi sorprendere e meravigliare.
«Invece davanti al nostro sguardo si squadernerà la meraviglia, sarà lo stupore a colpirci. Il bello è bello, sempre! – ha proseguito il vescovo -. Anche nei nuovi progetti per le nostre case dobbiamo avere la sapienza di dare il giusto spazio sia agli edifici che alla natura. Così è accaduto lungo i secoli: quando visitiamo questi luoghi siamo sempre meravigliati di come i nostri padri abbiano costruito chiese, monasteri e conventi in luoghi incantevoli. Persino nei luoghi più impervi!».
«Allora, facciamo questo esercizio – ha concluso – mentre ci specchieremo nella bellezza del creato, anche la nostra vita dovrà non possedere e sfruttare le cose, ma essere capace di apprezzare ciò che è bello e buono, come la bellezza di una giornata quale questa che abbiamo trascorso insieme, in cammino con altre persone. Perché una cosa è certa: come ci specchiamo nella natura, così essa si riflette nella nostra anima».
All’incontro, guidato don Giorgio Borroni, direttore della Caritas diocesana e dell’Ufficio diocesano per la pastorale Sociale e del Lavoro che ha organizzato l’appuntamento, ha partecipato animando la liturgia e proponendo un momento di preghiera e musica il coro “Work in Progress”.
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