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“Vajont, io c’ero”. Inizia così lo struggente racconto dell’alpino oleggese Giancarlo Bussetti, a ormai sessant’anni da uno degli episodi più tragici della storia italiana. Era la sera del 9 ottobre 1963 quando una frana colpì la diga del Vajont, nel comune di Erto e Casso in provincia di Pordenone, utilizzata per la produzione di energia idroelettrica. A distanza di tanto tempo quella tragedia è ancora una ferita aperta. 

Anche per l’alpino ‘Carlo’ che 60 anni fa fu uno tra i primi soccorritori. “In quel periodo – ricorda – ero a Roma per il corso di allievo sottoufficiale di complemento. Alle prime ore del 10 ottobre 1963 arrivò l’ordine di prepararsi per partire, insieme alla prima Colonna Mobile dei Pompieri. Non si sapeva cos’era successo e neanche la destinazione, ci dissero solo che dovevamo andare a nord, verso Venezia”.

Non era che l’inizio di un lungo viaggio verso il disastro.

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