«Quale il futuro dell’ospedale di Borgosesia?» Da questa domanda è partita la serata organizzata dall’associazione culturale Piemonte al Centro. Un dibattito relativo alla programmazione della futura sanità regionale e del domani della struttura borgosesiana. «Ottima la partecipazione – afferma il moderatore Paolo Tiramani – . La situazione è stata analizzata da diversi punti di vista. La mia preoccupazione non è legata all’immediato ma al futuro. Ritengo sia fondamentale prestare da subito attenzione alle nuove formule e alle nuove specializzazione».
Francesco Gareri medico di base e Giulio Zella presidente dell’ordine degli infermieri provincia di Vercelli, hanno evidenziato come le loro professioni da alcuni anni siano in cronica carenza di organico rispetto all’effettivo fabbisogno. Una situazione generalizzata e che ovviamente colpisce anche la Valsesia. Il loro auspicio a livello nazionale è legato alla stipula di un nuovo contratto collettivo e alla nascita di forme di organizzazione diverse che permettano agli operatori di trovare nuovi stimoli per intraprendere le rispettive professioni e la possibilità ai cittadini di avere maggiori certezze sulla sanità pubblica.
La parola è passata poi a Gualtiero Canova primario emerito della Chirurgia Generale dell’ospedale di Borgosesia, già Direttore Sanitario dell’azienda Sanitaria Asl Vercelli. Il professore ha illustrato come le chiusure negli anni passati degli ospedali di Gattinara e Varallo, per anni abbiano garantito la certezza politica del funzionamento dell’ospedale di Borgosesia, anche in virtu’ della morfologia territoriale.
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