Prossima tappa Moldavia. È la destinazione del Quintetto Denner impegnato ora a Chișinău, nel più importante teatro della città: lo storico e splendido Organ Hall. I primi passi del quintetto Denner (nella formazione atttuale Giorgio Rondi, di Romagnano Sesia, Giancarlo Buratti di Carpignano, Massimo Mantovani di Arona, Roberto Giuliani di Grignasco e Alessandro Manni Villa di Borgomanero) sono stati mossi nel 1998 «dall’incontro di due mondi complementari – spiega Giancalo Buratti – quello della musica classica e classico-contemporanea e dall’altra quello del Jazz. È nato così un gruppo sui generis e uno stile nuovo e originale definito in maniera efficace dal critico musicale americano Robyn Jeffery “Jazz da camera”».
Come nacque il quintetto? «Da una serie di incontri fortunati. All’esperienza del Trio Denner (Buratti, Alessandro Bardella e Giorgio Rondi) si affiancò uno dei nomi di maggior pregio del panorama artistico italiano. Guerrino Allifranchini, clarinettista e sassofonista già componente dell’orchestra di Bruno Canfora e famoso in tutto il mondo. In un secondo momento il Quartetto Denner è diventato Quintetto aggiungendo il pianista, arrangiatore e compositore Filippo Rodolfi».
Dopo la scomparsa di Rodolfi e il ritiro di Allinfranchini, il gruppo è stato integrato con l’argentino Hernan Lucian Fassa (al pianoforte) e da Massimo Mantovani. Il ritorno a casa di Aires Fassa è stato rimediato da Alessandro Manni Villa.Per il concerto moldavo Roberto Giuliani sostituirà Alessandro Bardella.
Un gruppo affiatato che si ritrova spesso per trovare la miglior amalgama…
«Ognuno di noi ha i propri impegni. C’è chi suona in altre formazioni e chi come me ha un altro lavoro. Riusciamo comunque a trovarci ogni settimana per provare e allestire gli spettacoli. Poi quando c’è in programma qualche concerto, l’impegno si intensifica».
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