Pace, fiducia, speranza e preghiera. Sono le parole che hanno segnato il 46° Incontro europeo di Taizé di Lubiana, al quale hanno preso parte, assieme a migliaia di giovani provenienti da tutta Europa, anche dall’Ucraina, e da altri Paesi del mondo, 25 giovani della diocesi di Novara. Accompagnati da don Gianluca De Marco, direttore dell’ufficio per la pastorale giovanile della diocesi di Novara, su un pullman con altri 50 giovani di tutto il Piemonte, sono partiti per la Slovenia nella notte del 27 dicembre e sono rientrati il 2 gennaio.
«Dopo Madrid, Breslavia, Torino e Rostock, Lubiana ci ha accolto per questo 46° Meeting europeo di Taizé e in questa città le famiglie che ci hanno aperto le porte delle proprie case, ci hanno permesso di sperimentare la bellezza dell’incontro e della fiducia nell’altro e nel Signore -, spiega don Gianluca -. Attraverso i contatti personali con giovani provenienti da paesi diversi è stato possibile vivere un’esperienza d’incontro unica e di condivisione di vita e di cultura».
Alcuni dei partecipanti hanno la propria disponibilità per aiutare nella distribuzione dei pasti e per dare le indicazioni ai giovani. «Assieme a Myram e Giorgia – racconta Giulia Gavinelli di Bellinzago – ci siamo messe a servizio degli altri giovani. Nel team della “food circulation” abbiamo potuto creare legami con gli altri volontari. Nel servizio abbiamo trovato anche un modo alternativo di pregare».
Una preghiera che, con la comunità di Taizè a Lubiana è passata dal canto, ma anche dagli incontri. «Sono stati giorni in cui ho cantato e ballato, camminato e pregato fianco a fianco con altri giovani che in qualche modo hanno vissuto un incontro con Qualcuno che ha fatto la differenza nella loro vita. Con loro ho imparato che davvero “le differenze non cono così grandi come immaginiamo”, come ci ha detto frère Matthew, il priore della comunità», ricorda il novarese Luca Cavagna.
Al centro dell’incontro, l’attenzione alla guerra e all’importanza della pace, sottolineata dalle riflessioni dei frère di Taizè e nel messaggio che Papa Francesco ha rivolto ai ragazzi che hanno partecipato all’appuntamento: «Viviamo tempi difficili con conflitti e guerre sparsi in tutto il mondo, perché nessuno ascolta più – si legge nel messaggio per il meeting di Lubiana -. Vi esorto a osare e a costruire un mondo diverso, un mondo di ascolto, dialogo e apertura», per «mostrare altri sogni che questo mondo non offre, di testimoniare la bellezza della generosità, del servizio, della purezza, della fortezza, del perdono».
Il Papa – si legge ancora nel messaggio– “conta” sui giovani e «ha fiducia in voi» e ora chiede loro di dare «attraverso le vostre parole e le vostre azioni, un messaggio forte al nostro mondo che rifiuta le categorie vulnerabili». «Fate dei vostri sogni d’amore, di giustizia, di pace una realtà concreta, a partire da voi. Abitate il presente» e «non lasciatevi rubare i sogni ma contribuite a ‘costruire una società degna di questo nome’».