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Forse l’inchiesta più difficile per Caterina Martelli, l’investigatrice della Questura di Novara, tanta grinta e grande sensibilità, nata dalla penna di Alessandro Ardizio nel 2018. La poliziotta, infatti, in “Claire”, racconto inserito nella settima stagione de “Le indagini di Caterina Martelli”, avrà a che fare con challenge, hacker, profili falsi, social e, soprattutto, con il suicidio di due giovani studenti.

Dovrà indagare, con i suoi colleghi, su un vero e proprio caso di cyberbullismo. Una vicenda che la lascerà profondamente colpita.

A fare da sfondo, almeno all’inizio della storia, il teatro Coccia, dove l’investigatrice sta assistendo, invitata da un’amica, a uno spettacolo proprio sul tema del bullismo.

La rappresentazione è “Giulietta e Romeo”, rivisitata in chiave moderna. In quest’occasione una studentessa tenta di uccidersi con una pistola nei bagni del teatro. Da qui parte un’indagine articolata e che porterà Caterina e i suoi uomini a scoprire qualcosa di terribile, qualcosa che li sconvolgerà per sempre.

Perché un racconto sul bullismo e perché il Coccia?

«Tutto è partito da una mia visita al nostro teatro. Da tempo – spiega Ardizio – avevo in testa di ambientare nella sala di via Rosselli un racconto con Caterina Martelli. Così come ho fatto con Casa Bossi. Ora sto lavorando a una nuova storia ambientata sulla Cupola.

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