Difficile vivere solo pubblicando libri, ma la voglia di raccontare emozioni, scrivere e narrare storie è più forte. Parola di scrittori e autori novaresi e di chi frequenta il mondo del libro.
A confermarlo è Marco Paracchini, scrittore e regista, che ha in cantiere quattro libri, di cui due già finiti e in giro per case editrici per la pubblicazione.
«Oggi non si può vivere scrivendo libri. A meno che tu non sia un nome nazionale. Io, personalmente – rileva – ho avuto soddisfazioni economiche da alcuni titoli, in particolare quelli ambientati in città, come “A Novara è tempo di morire”, o i volumi su Sherlock Holmes. I libri portano solo qualche entrata in più a fine anno. Gli scrittori e autori locali hanno un altro lavoro, io insegno. Certo si hanno soddisfazioni, si creano amicizie. Recentemente ho presentato il mio libro al Circolo dei lettori di Torino ed è giunto Piero Chiambretti, con cui ho dialogato come tra amici».
E tra libro e testo elettronico? «Si pensava – rimarca – che l’e-book determinasse la fine del libro cartaceo: così non è stato. La carta continua ad avere il suo fascino».
Anche per Isa Voi, autrice di “Domani”, “Il cuore che non c’è” e “Tutto colpa d’un libro”, «coi soli libri non si vive. Anzi, a volte, a livello economico, ci puoi rimettere. La sola strada è quella di trovare qualcuno che ti sponsorizzi. Io ho pubblicato i miei libri per passione. Sono arrivate soddisfazioni e qualche premio, ma vivo del mio lavoro di maestra».
Alessandro Ardizio, inventore della poliziotta Caterina Martelli, ammette «che andare avanti solo pubblicando libri, nel mio caso, non è fattibile».
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