La montagna si sta rivelando “fragile”. Ne sono una testimonianza gli smottamenti di questi giorni con frane, strade interrotte e versanti che “scivolano” verso il basso. Basta un pò d’acqua in quantità appena superiori al normale, una nevicata super e qualche variazione metereologica per creare pericoli. Sono territori che hanno bisogno di protezione, di cura e di salvaguardie. L’eurodeputato ossolano Alessandro Panza (che la montagna conosce assai bene) sta lavorando da tempo per promuovere iniziative dedicate specificatamente a questi territori
C’è bisogno di una nuova legge?
Ce n’è bisogno perché nonostante la montagna sia tornata al centro dell’attenzione durante il periodo Covid, dove molti hanno riscoperto un ambiente meraviglioso, ma fragile e l’opinione pubblica si è finalmente resa conto di quando stava accadendo. Questo in aggiunta ad una maggiore sensibilità da parte della politica, ha portato a mettere mano al tema “montagna”.
Dopo l’inserimento della Montagna in Costituzione (art. 44.2) da parte dei padri costituenti, legiferare per la montagna italiana è sempre stato complesso. Trovare una sintesi tra definire l’inizio della montagna, e conseguentemente escludere il resto, è un esercizio che appassiona i giuristi di tutto il mondo, senza tuttavia arrivare mai ad una soluzione scientifica.
Non bastano dei criteri geografici, ma serve anche tenere conto di alcune situazioni particolari come il ruolo nevralgico per l’erogazione dei servizi dei centri a fondo valle, che a livello altimetrico sono al di sotto di una certa quota, ma che inevitabilmente svolgono un lavoro fondamentale per le realtà che ruotano attorno ad essi.
Col passare del tempo si è stratificato un concetto molto estensivo della norma, arrivando ad annoverare più di 4300 comuni considerati come montani o parzialmente montani, che su 7900 comuni fanno oltre il 50% del totale. È noto che nel nostro paese la superficie geograficamente riconosciuta come montana è circa il 35% dell’intero territorio, è evidente in questi numeri che ci sono delle realtà che si dicono montane, ma che montane non sono. La legge si propone innanzi tutto, dunque, di rimettere un po’ di ordine individuando la montagna “vera” per attribuirvi poi le giuste risorse senza doverle condividere con chi non ne ha bisogno.
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