“Non so cosa farai, ma so che lo farai”. Così Tommaso incoraggiò la figlia Caterina, che stava attraversando uno dei momenti più difficili della sua vita. Estate del 2012, Calabria. Caterina Lamanna, moglie di Giuseppe Amelio, detto Pino, uno dei più indimenticabili prefetti di Novara, stava ancora cercando di elaborare il grande dolore per la scomparsa improvvisa del marito, vittima di un incidente stradale. Quello che Caterina avrebbe fatto era inciso nel destino Forse neppure lei lo sapeva ma lo intuiva. E, oggi, è tutto scritto nel libro dal titolo “Non so cosa farai, ma so che lo farai” (Emmedistribuzione, Italgrafica Novara), che è stato presentato venerdì 5 aprile, alla Fondazione Marazza di Borgomanero, con il direttore Giovanni Cerutti.
Più di un’autobiografia. E’ la storia di una donna che è andata oltre il macigno di un dramma personale per donare agli altri, immergendosi in una impresa sconfinata, che l’ha portata a scoprire di avere un cuore “tripolare”: Torino, dove risiede e ha base operativa, Novara (la sua seconda patria), Africa. Anzi, il Mal d’Africa, che per lei significa realizzazioni di opere e strutture per l’assistenza delle popolazioni e in particolare dei bambini. E’ presidente di “Malaika Angels Onlus”, fondata nel 2013: il primo progetto in Kenya con l’allestimento di un ospedale, la costruzione di una casa accoglienza per il medico, fornitura di medicinali. “Laggiù abbiamo garantito il sostentamento economico per i medici sino al 2016, acquistato capre e fornito sementi per gli orti”.
Dopo aver donato l’ospedale alla Sanità del Kenya, Caterina approda nella Repubblica Democratica del Congo: qui Malaika costruisce quattro scuole per mille alunni, un’altra scuola di arti e mestieri, una stalla per le mucche che forniscono latte ai bambini del villaggio di Camole. Acquista un’auto, una motocicletta per la comunità, istituisce corsi di cucito e compra materiale per ragazze madri in difficoltà. Poi aiuta anche una piccola comunità di pigmei e ogni anno organizza un pranzo di Natale per oltre tremila bambini.
L’elenco delle opere realizzate è lungo, ma non contempla gli sforzi burocratici e diplomatici, le difficoltà e i muri che Caterina ha dovuto superare per arrivare all’obiettivo. Lei, in prima persona, si è spesa nei luoghi d’intervento, in qualche caso ha rischiato anche l’incolumità. Ma la determinazione è stata più forte di ogni ostacolo. Nel Ciad è stata costruita una maternità per aiutare una popolazione di centomila abitanti; in Costa d’Avorio una grande scuola per circa 400 bambini ed è in fase di ultimazione un ospedale con maternità, pediatria, pronto soccorso, laboratorio analisi e farmacia nel villaggio di Bekiprea.
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