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Duecento milioni di euro per due ospedali. Il Consiglio Regionale del Piemonte, dopo ore di dibattito, ha cancellato definitivamente il progetto dell’ospedale unico di Ornavasso per il mantenimento dei presidi del Castelli di Verbania e del san Biagio di Domodossola, che saranno completamente rigenerati.

«Questa giunta – ha detto in aula il capogruppo leghista Alberto Preioni – non chiude gli ospedali, ma li potenzia. Siamo nel paradosso kafkiano di essere contestati perché vogliamo tenerli aperti anziché chiuderli. Ora per il futuro si progetterà l’organizzazione evitando doppioni, partendo dalle peculiarità dell’area chirurgica del San Biagio e dell’area medica del Castelli. Andremo a Roma con forza a chiedere la deroga per il mantenimento dei due Dea».

Dopo la bocciatura dei 101 emendamenti presentati dalla minoranza, il consigliere del Pd Domenico Rossi ha ribadito le ragioni del voto contrario alla delibera della giunta. “E’ una scelta sbagliata – ha dichiarato – fuori dalla storia, osteggiata dai sindaci, dai sindacati, dagli esperti. E il metodo scelto scarica sui territori l’incapacità politica di trovare soluzioni ai problemi. E scarica sul consiglio una scelta che sarebbe stata in capo alla giunta”. Rossi ha anche rilevato l’assenza del presidente Cirio alla discussione e dell’assessore alla Sanità Icardi che, dopo un breve intervento, ha lasciato l’aula.

«Il Vco – ha detto Icardi – è l’unica provincia del Piemonte dove i sindaci non sono riusciti a proporre un’area e, se non c’è un accordo, è difficile trovare una soluzione”. Ha aggiunto: “Dal punto di vista dei costi è indubitabile che sia più conveniente intervenire sui due presidi esistenti ristrutturandoli, sono già proprietà dell’Asl e comunque non potremmo lasciarli cadere a pezzi».

C’è stata polemica sulla lettera della sindaca verbanese Silvia Marchionini che ieri ha annunciato di voler ricorrere al Consiglio di Stato (scelta che ha detto di voler sostenere anche il primo cittadino omegnese Daniele Berio) in caso di approvazione della delibera.

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