In parrocchia ad Omegna è ormai tempo di pensare all’Avvento e al Natale e all’oratorio Sacro Cuore di Omegna si sta pian piano imbastendo, per la prima volta, il presepe vivente con bambini e genitori del catechismo coadiuvati dagli animatori.
Sono tante le idee, i sogni e le iniziative che grazie all’entusiasmo e alla voglia di fare dei giovani si trasformano in iniziative per la comunità.
L’attesa del Natale rischia talvolta di essere soltanto qualcosa di affascinante, fiabesco perdendo così il vero e autentico significato di questa festa: è il Natale del Signore.
Con questa iniziativa in oratorio vogliamo riproporre la sacra rappresentazione dell’antico oriente.
Domenica 22 dicembre dalle 14,45 la carovana di pastori e beduini del deserto sfilerà per le vie omegnesi per arrivare alla chiesa collegiata dove il prevosto darà la benedizione a tutti i partecipanti.
La sfilata con i personaggi del presepe vivente arriverà poi nel “Cortile di Betlemme” allestito in oratorio per entrare in un paesaggio che ci riporterà nel tempo in cui il Verbo si è incarnato ed è venuto qui.
L’oratorio diventa
La grande motivazione di rappresentare la sacra famiglia nasce dal voler mettere nuovamente al centro del nostro oratorio le famiglie e i bambini grazie a una rappresentazione che coinvolga tutti.
Gli animatori si sono fin da subito messi al lavoro per regalare un pomeriggio diverso e bello per piccoli e grandi.
Il cortile dell’oratorio diventerà “il cortile di Betlemme”, animato da mestieri del tempo e da più di 100 figuranti grazie ad un grande lavoro di molte donne che stanno cucendo e tagliando vestiti, gilet, borse, turbanti e quanto serve per rendere più autentica e realistica l’ambientazione.
La notevole partecipazione fa ben sperare gli organizzatori che non stanno tralasciando i dettagli.
Ogni figurante ha il proprio compito, a partire per esempio dai bambini nelle vesti di angioletti, pastorelli, suonatori, mentre i più grandi gestiranno qualche bancarella del mercato per portarci nella terra di oriente.
Manca ancora un mese e c’è ancora molto lavoro da fare. È anche un’occasione, per tutti coloro che si vogliono mettere in gioco, per creare legami e senso di comunità collaborando tra generazioni per crescere nell’oratorio, il “cortile tra i cortili”
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