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È stato presentato la settimana scorsa l’Instrumentum laboris del sinodo della chiesa universale, redatto sulla base di tutto il materiale raccolto durante la fase dell’ascolto, e in particolare dei Documenti finali delle Assemblee continentali. Si apre così una nuova tappa del percorso sinodale, che si articolerà nelle due sessioni in cui si svolgerà la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi a Roma (nel prossimo ottobre e poi nell’ottobre 2024).

Il cammino in Italia

Anche il cammino sinodale delle Chiese in Italia arriva ad un nuovo passo, in cui ci si dedicherà alla «lettura spirituale di quanto emerso», con l’avvio della “fase sapienziale”; dopo che gli anni pastorali 2021-22 e ‘22-’23 erano stati dedicati alla “fase narrativa”. È stato un biennio (in diocesi apertosi con una celebrazione del vescovo Franco Giulio ad Omegna il 17 ottobre 2021, in cui è stato dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori.

Per le Chiese in Italia, l’Instrumentum laboris appena pubblicato rappresenta «uno stimolo – ha commentato il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi – a proseguire con rinnovato vigore, vivendo quelle tre dimensioni dell’umanesimo cristiano che il Papa ci ha indicato a Firenze: umiltà, disinteresse e beatitudine. L’umiltà, per perseguire la gloria di Dio che non coincide con la nostra. Il disinteresse, perché l’umanità dei cristiani non è narcisistica, autoreferenziale. La beatitudine della solidarietà e della condivisione, perché la Chiesa è madre lieta e riconosce come suoi figli tutti coloro che sono abbandonati, oppressi, affaticati». «Sentiamo davvero – conclude – di essere parte integrante di quell’unica comunione ecclesiale che è fondamento del nostro agire».

L’esperienza della diocesi

«Anche in questo anno che si sta chiudendo – spiega don Brunello Floriani – è proseguito il cammino sinodale in diocesi. La scelta è stata quella di dedicare a questo tema parte degli incontri del Seminario dei laici. Ci è sembrato opportuno lavorare nei pomeriggi, già previsti come momento laboratoriale e momento esperienziale, proprio sul Sinodo scegliendo il tema delle diaconie e della formazione spirituale, focalizzandolo, visto il contesto della formazione laicale, sulle nuove ministerialità. Il metodo ha permesso ai partecipanti di approfondire il nodo della corresponsabilità come aspetto importante nella realtà attuale delle nostre parrocchie».

Il cammino sinodale è stata un’occasione anche per coinvolgere le associazioni laicali. «Abbiamo proposto un incontro dedicato in modo speciale ad associazioni e movimenti. L’esperienza è risultata positiva per i partecipanti che hanno espresso il desiderio di poterla ripetere. In riferimento al cammino sinodale, in molti gruppi, nella parte in cui evidenziare le priorità, è emersa l’importanza del camminare insieme nell’unica Chiesa, condividendo carismi diversi».

Il secondo anno di lavoro sinodale ha quindi «permesso a a livello intra ecclesiale di smorzare i protagonismi e di superare i pregiudizi favorendo l’ascolto di tutti; mentre a livello extra ecclesiale ha mantenuto la reale attenzione all’ascolto delle altre realtà territoriali e di quanti normalmente non partecipano alla vita della parrocchia».

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