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L’insegnante di religione come membro di una comunità più ampia, chiamata insieme ad assumere l’impegno di una sfida educativa, dove la scuola gioca uno dei ruoli più importanti.

È stato questo l’elemento centrale al cuore del convegno degli insegnanti di religione della diocesi di Novara, che si è tenuto lo scorso sabato all’oratorio di Borgomanero.

Parte di una comunità in cammino

«L’insegnante non deve sentirsi e non deve essere solo – ha detto il direttore dell’ufficio scuola diocesano Paolo Usellini -. Come gli animatori degli oratori, i catechisti, i volontari che prestano il loro servizio nelle parrocchie, deve sentirsi parte della comunità ecclesiale e deve condividerne la responsabilità educativa. È quello che ci chiede il nostro Sinodo, è il contenuto pratico del “camminare insieme” cui tante volte il nostro vescovo ha fatto riferimento».

La ministerialità dell’insegnante

Un’appartenenza ecclesiale che ha anche sottolineato nel suo intervento di apertura del convegno don Fausto Cossalter, vicario generale della diocesi. Anzitutto, a partire dalle motivazioni e dall’aspetto spirituale.

«L’insegnamento del docente è squisitamente educativo, orientato alla maturazione umana degli allievi, ma è richiesto che gli insegnanti siano credenti e impegnati in una personale crescita di fede, inseriti in una comunità cristiana e desiderosi di dare ragione della propria fede anche attraverso le proprie competenze professionali», ha detto don Cossalter, che ha disegnato poi dei contorni concreti alla dimensione ecclesiale.

«Un altro aspetto decisivo di cui è intriso il vostro compito di insegnanti di religione è quello della ministerialità ecclesiale. L’idoneità che l’insegnante di religione riceve dal vescovo è un processo, un cammino, che non si chiude con il decreto ed il certificato che la riconosce, ma permane come fattore di comunione da cui il docente deve trarre elementi di un costante stimolo e rinnovamento nel dialogo ecclesiale e nel sentirsi unito a quella comunità da cui trae la ragione stessa del suo essere docente di religione. Dicendo Chiesa mi riferisco non solo alla diocesi, ma anche alla comunità territoriale dove il docente esercita il suo servizio, la parrocchia là dove la scuola è di paese o di quartiere, e poi le Unità pastorali missionarie».

Di qui l’augurio, espresso da don Cossalter: «Vorrei che anche le parrocchie fossero più coinvolte e per questo vi invito a prendere contatti con i parroci della parrocchia territoriale della vostra scuola, per avviare un raccordo meno occasionale e più permanente. Lavoriamo perché la scuola sia meno assente dall’agenda pastorale delle nostre comunità e si possa avviare una stagione di più stretta collaborazione, per il bene dei ragazzi e dei giovani e in appoggio alle loro famiglie».

La tutela di minori e persone fragili

Il convegno è poi proseguito con la presentazione del lavoro dei diversi uffici pastorali della diocesi e con l’intervento del vicario episcopale per la pastorale don Brunello Floriani. «Per volere di Papa Francesco – ha detto il vicario -” nelle diocesi è stato attivato un servizio per la tutela dei minori e delle persone fragili. Il suo compito è di mettersi in ascolto delle vittime di casi di abusi. E nello stesso tempo proporre cammini formativi per sensibilizzare e formare gli operatori ecclesiali: catechisti, animatori, sacerdoti, seminaristi e naturalmente anche voi insegnanti di religione, con tutti i volontari coinvolti nella cura dei giovani e delle persone fragili. Il nostro servizio diocesano è a disposizione per confrontarsi sulla tutela da tutte le tipologie di abusi: quelli sessuali, di potere e di prevaricazione psicologica».

Una “rete” di buone pratiche

Al convegno è intervenuto anche, Emanuele Gatti, docente dell’Istituto superiore di scienze religiose di Novara, che ha presentato un progetto per mettere in rete le buone pratiche degli insegnanti divisi per i diversi ordini e gradi».

L’articolo sul nostro settimanale, nella pagina dedicata all’evento, in edicola venerdì 22 settembre con altre notizie dal territorio. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui

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