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È la generatività della parrocchia al centro della beatificazione di don Giuseppe Rossi, parroco e martire. La grande partecipazione di popolo al rito di domenica ci dice ancora oggi la forza di questo istituto secolare, ma anche la sua capacità di essere punto irradiante del Vangelo nella quotidianità delle persone.

La mano discreta di chi quotidianamente apre ogni mattina la porta della chiesa è il segno che la civiltà parrocchiale ha ancora molto da dire e da offrire ai molti che cercano il Signore senza barriere. Certamente talora la parrocchia è un tornello di persone che vanno e che vengono, ma resta un porto sicuro nel territorio per costruire nell’oggi quella «civiltà dell’amore», che trova nella celebrazione eucaristica domenicale il punto più stabile per riconoscersi come uomini e donne, creati ad immagine e somiglianza di Dio, e come persone in relazione con il Signore e con i fratelli.

Questa beatificazione costituisce oggi più che mai un’iniezione di fiducia in un tempo segnato gravemente da passioni tristi che tendono ad oscurare anche l’universo credente cristiano. La sfida, sempre aperta e discreta come è la figura del mite parroco di Castiglione, resta quella di esserci e di rialzare la prua con un sano scatto di orgoglio per navigare nel mare aperto, accogliendo l’invito del Maestro: «prendete il largo e gettate le reti». Una Mano sicura per rialzare è tesa. Una Voce amica risuona ancora. Don Giuseppe nel suo tempo l’ha accolta e fatta risuonare. Perché mai non dovrebbe essere possibile per noi oggi?

Marco Canali

Padre Marco Canali, delegato vescovile per la causa di beatificazione

Lo speciale sulla Beatificazione, con le foto e gli approfondimenti, si possono trovare, con altri approfondimenti dai territori della Diocesi di Novara, sul nostro settimanale, in edicola a partire da venerdì 31 maggio. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero cliccando direttamente sopra qui.

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