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Imparare dalle Chiese più piccole e più giovani come quella ciadiana di Bissi Mafou ad avere il “cuore ardente” per la Parola di Dio e ad essere uomini e donne – laici o consacrati – con i “piedi in cammino” anche nella difficoltà. L’esperienza missionaria di don Benoit Lovati, sacerdote diocesano rientrato dal Ciad, dove dal 2009 era in servizio come fidei donum, sarà al centro della Veglia Missionaria 2023.

Nella serata di sabato 21 ottobre condividerà con i fedeli della diocesi di Novara, che si incontreranno a Trecate per l’appuntamento conclusivo dell’Ottobre missionario, le riflessioni maturate in 14 anni di missione nella diocesi di Pala e nella parrocchia di Bissi Mafou, intrecciandole con il tema della veglia, che sarà presieduta dal Vicario generale mons. Fausto Cossalter: “Cuori ardenti e piedi in cammino”.
Il momento di preghiera, organizzato dal Centro missionario diocesano, sarà preceduto dal “Preveglia”: dalle 16 don Angelo Nigro, parroco di Ghiffa, modererà le testimonianze dei ragazzi del R-estate in missione che hanno vissuto a luglio e agosto un’esperienza di servizio.

«Dai ragazzi nel pomeriggio e poi anche da me, ascolterete il racconto di esperienze in comunità piccole e giovani, che però possono insegnare molto alla nostra – spiega don Benoit -. Ne sono convinto, anche se ci sembrano lontanissime».

Per il sacerdote, guardare alla Chiesa di Bissi Mafou è un’occasione importante per ciascuna comunità. «Anche una Chiesa come quella ciadiana in cui ho vissuto il mio ministero può insegnarci molto rispetto ad alcune grandi sfide che ci troviamo ad affrontare qui, nella nostra diocesi, come in tutto l’Occidente: il calo dei preti, il ruolo dei laici, il sentirsi una “minoranza”».

Guardare per imparare può essere complicato: «Siamo abituati a pensare a come aiutare le comunità cristiane sorelle in Africa, ma nessuno si immagina di poter guardare a loro come a degli esempi positivi. Eppure è così».

Sono esempi di comunità dove i fedeli hanno “cuori ardenti” per il Vangelo.

«Nei villaggi mancano molte delle comodità che abbiamo qui, eppure non è raro, dove vivono i cristiani, trovare una capanna o uno spazio dedicato alla Parola. Qui le famiglie si ritrovano per leggere la Bibbia, per pregare e, nei momenti importanti, non mancano mai di riunirsi lì con i familiari per discernere alla luce della Parola. Lo fanno anche senza la presenza del sacerdote».

Sono gli stessi laici che, accanto ai sacerdoti, hanno i “piedi in cammino” «per preparare gli spazi prima della celebrazione dell’Eucarestia, ma anche per andare a visitare qualche famiglia in difficoltà, per assistere i malati».

La presenza dei laici come «imprescindibile per la vita della comunità, dalla progettazione degli interventi più grandi di supporto ai villaggi – come la costruzione di scuole, ospedali, granai – fino al compito più umile. Ed è in questo modo che ho imparato con loro ad annunciare il Vangelo».

Testimoniando esperienze come questa e portando altri esempi virtuosi, per don Benoit «servirà a tutti noi, soprattutto ai sacerdoti, per dirci che una Chiesa in cui i nuovi ministeri e un ruolo dei laici non soltanto “coreografico” o di supporto operativo è possibile. E anche che è possibile incontrare il Signore Gesù nell’Adorazione eucaristica, in Ciad vissuta davvero con il “cuore ardente”, così come negli ultimi che incontriamo per le strade, con i “piedi in cammino”».

Servizio completo, con approfondimenti in occasione della Veglia Missionaria, sui nostri giornali in edicola il 20 ottobre. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui.

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