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Il ruolo del laicato nelle comunità parrocchiali con le figure dei nuovi “ministeri istituiti”, in un filo rosso che unisce il secondo anno del cammino sinodale italiano, con il Sinodo diocesano che ha messo al centro della riflessione proprio il nodo della corresponsabilità tra laici e sacerdoti. È stato il tema dell’ultimo consiglio pastorale diocesano a Briga Novarese, in un’ideale connessione con il consiglio presbiterale che ha messo a fuoco lo stesso argomento. Con una medesima premessa: il calo delle vocazioni impone una seria riflessione sul nuovo volto della comunità nel futuro.

A presentare le cifre è stato il vicario episcopale per la pastorale don Brunello Floriani. «Se mettiamo i dati dei sacerdoti divisi per età crescente in un grafico ad albero, non vediamo un “pino” con la punta stretta, formata dai più anziani e la base larga composta dai più giovani. La base è stretta quanto la punta». La proiezione per il futuro – anche non remoto – è dunque semplice da fare: nel giro di qualche decennio i sacerdoti anziani e a riposo, saranno di più di quelli impegnati nella pastorale.

Ecco, quindi, l’urgenza della riflessione sui nuovi modi di coinvolgere i laici e sui “nuovi” ministeri, voluti da Papa Francesco: il lettore, l’accolito e il catechista. “Ministeri istituiti”, perché hanno un mandato da parte del vescovo, e perché sono riconosciuti ufficialmente di fronte alla comunità.

Con una premessa importante emersa diverse volte durante i lavori del consiglio ed esplicitata durante l’intervento conclusivo dal vicario generale don Fausto Cossalter: «Non è un’operazione che riguarda “l’organigramma” delle parrocchie. Non si tratta di aggiungere incarichi o ruoli. Ma di avviare un percorso perché le nostre comunità siano davvero capaci di raggiungere chi è lontano. In questo il nostro sinodo diocesano deve essere il riferimento. Le Unità pastorali missionarie non sono nate solo perché le parrocchie vicine facessero qualche attività insieme. Ma perché potesse essere più efficace l’azione pastorale».

I ministeri istituiti, quindi, come elemento di un percorso di cambiamento di stile e di prassi pastorali più ampio, che riguardi la vita delle parrocchie e il coinvolgimento dei laici.

E in quest’ottica uno dei nodi sui quali l’assemblea si è soffermata più a lungo è stato il tema della formazione, con la messa sul tavolo della possibilità di coinvolgere l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, la scuola di teologia di Novara che si occupa della formazione degli insegnanti di religione.

L’articolo, con le altre notizie della vita della diocesi di Novara sul nostro settimanale in edicola il venerdì e disponibile anche online.

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