Per due secoli è stato sede della Casa d’Este, per un secolo della scuola materna parrocchiale e per un periodo più limitato oratorio femminile, Ora è “Casa della carità”.
Continua nella sua versatilità storica Palazzo d’Este, situato fra piazza XXV Aprile, via Fratelli Maioni e viale Don Minzoni.
La “Casa della carità” darà modo di avere un pasto caldo a chi è in situazione di indigenza. Ma anche altre persone possono prenotarsi, corrispondendo il dovuto, allo scopo di creare relazioni con chi è privo non solo di cibo, ma anche di gesti umani.
Sono disponibili anche sette posti letto di accoglienza per uomini senza fissa dimora.
La ristrutturazione è stata possibile grazie all’intervento della Caritas diocesana, che ha messo a disposizione 100 mila euro dai fondi dell’otto per mille, oltre ad altri contributi e iniziative.
La gestione è resa possibile dal coinvolgimento dell’associazione Mamre, alla quale la parrocchia di San Bartolomeo ha concesso, in comodato d’uso gratuito, diversi ambienti del palazzo, mentre altri locali saranno utilizzati dalla parrocchia.
Don Piero Cerutti, parroco, al saluto introduttivo ha espresso il «Grazie alla Caritas diocesana a chi ha progettato la ristrutturazione, agli operai che l’hanno realizzata, ai volontari della parrocchia che hanno coordinato i vari interventi, all’associazione Mamre che si è resa disponibile alla gestione e ai suoi molti volontari che hanno lavorato in questi mesi per riordinare i locali e preparare la gestione della casa».
Don Piero ha ricordato date divenute importanti nella storia locale: «L’inaugurazione della “Casa “della carità avviene oggi, domenica 19 novembre, penultima domenica dell’anno liturgico, la settima Giornata mondiale dei poveri, indetta da papa Francesco sul tema “Non distogliere lo sguardo dal povero”. E questa casa è un segno e un impegno a non distogliere lo sguardo dal povero.