Come ‘governare’ l’Intelligenza Artificiale? O quantomeno come regolamentarla affinché sia realmente amica dell’uomo? È la domanda al centro dell’incontro “Che cos’è l’uomo, perché te ne ricordi? Riscoprire l’Umano nell’era dell’Intelligenza Artificiale”. L’appuntamento, ospitato in Duomo nell’ambito di “Passio 2024”, ha visto un confronto tra scienza e fede sull’identità umana, messa in questione dalle potenti macchine senzienti e “pensanti”, capaci di sostituire l’attività non solo più muscolare dell’uomo. A parlarne monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e Juan Carlos De Martin, direttore del Centro Nexa su Internet e Società, del Politecnico di Torino e autore del volume “Contro lo smartphone per una tecnologia più democratica”. A dialogare con loro, il vescovo Franco Giulio Brambilla.
Paglia è partito dall’incontro avvenuto nel 2019 con Brad Smith, presidente di Microsoft, che gli ha proposto di ragionare su una “bussola” etica per governare lo sviluppo delle nuove tecnologie. Un primo passo, ha detto Paglia, per arrivare, grazie al lavoro di una squadra di esperti di etica e di rappresentanti di società informatiche e della Fao, alla stesura, nel 2020, della “Rome call for AI ethics”, un manifesto di autoregolamentazione «che la Pontificia Accademia per la Vita sta cercando di condividere con gli esponenti di altre religioni e delle università di tutto il mondo. Lo scopo è quello di giungere a proporre una normativa internazionale che governi questa rivoluzione tecnologica».
Una rivoluzione che, da tempo, attraverso diverse ondate di progresso e di marketing mediatico, «si è fatta man mano strada, concretizzandosi nella vita di ognuno di noi, nello smartphone – ha evidenziato De Martin -. Questo strumento si è insinuato nella quotidianità, rendendosi di fatto indispensabile, con una pervasività che finora nessun mezzo tecnologico aveva avuto». Pervasività per cui nessuno ha preso precauzioni, quantomeno «per difendere – ha aggiunto De Martin – gli utenti più giovani, esponendoli al rischio di danni neuro-psicologici ormai dimostrati». E’ dunque «urgente diffondere consapevolezza, spirito critico e desiderio di conoscere, per “smitizzare” le nuove tecnologie togliendo loro una sorta di patina di magico».
Da qui la richiesta, condivisa da tutti i relatori, di arrivare a un dibattito sui molti aspetti problematici che le nuove tecnologie comportano. Dalle modalità di approvvigionamento delle ingenti quantità di dati che necessitano, al possesso di questi dati e delle risorse di calcolo per elaborarli, disponibile solo a poche aziende informatiche in regime monopolistico. Senza contare poi le risorse economiche richieste per il loro funzionamento e sviluppo. Diventa quindi un «compito cruciale – ha concluso il vescovo Brambilla – governare questa tecnologia perché l’Intelligenza Artificiale, con le sue grandi potenzialità, sia autenticamente amica dell’uomo, e non si ritorca contro il suo creatore».
I prossimi appuntamenti
Passio prosegue sabato 24 febbraio alle 17, presso l’Arengo del Broletto di Novara, con l’incontro “Chat GPT: la macchina parla, ma sa quel che dice? Intelligenza umana e artificiale a confronto”. Interverrà Roberto Battiston, docente di Fisica sperimentale, Università di Trento, intervistato da don Luca Peyron, direttore della Pastorale universitaria di Torino e docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Sempre sabato 24, alle ore 20.45 nella chiesa di San Nazzaro della Costa di Novara, passi evangelici e riflessioni di mons. Tonino Bello saranno letti da Katia Montebuglio, con l’accompagnamento di brani di Fiocco, Bach, Gounod e Corelli interpretati da Davide Agamennone al violino e Roberto Bacchini al clavicembalo, in una serata di spiritualità e meditazione dal titolo “Madre, tu sei ogni donna che ama”.
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