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Primo Maggio anche a Novara, questa mattina lunedì. La pioggia, annunciata da giorni, non ha fermato chi, in città, ha voluto celebrare la Festa dei Lavoratori.

Sotto la guida delle tre principali sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil, i partecipanti al corteo si sono ritrovati intorno alle 9 in piazza Cavour.

Da qui sono partiti alla volta di piazza Gramsci, dove era allestito il palchetto che avrebbe ospitato gli interventi dei relatori della mattinata.

La pioggia, a tratti insistente, ha fatto però cambiare idea agli organizzatori, che, passando per le principali vie del centro, corso Cavour, corso Italia e quindi piazza Duomo, hanno deciso di tenere la parte finale della mattinata proprio qui, sotto i portici della principale piazza della città.

A dare vita al corteo del Primo Maggio, accompagnato dalla musica della Bandakadabra, qualche centinaio di manifestanti. Ad aprire gli interventi, Marco Del Boca, del settore Edili della Uil, che ha messo in evidenza la questione legata all’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. Una ragione che spinge a chiedere, con forza, un adeguamento «dei salari e delle pensioni. La riforma fiscale recentemente approvata non ci soddisfa – ha proseguito – Ne chiediamo una più giusta e solidale. Chiediamo, inoltre, una più concreta lotta all’evasione fiscale».

Del Boca si è soffermato anche sulla sicurezza sul lavoro, tema tornato più volte nella mattinata, con l’ultimo infortunio sul lavoro, mortale, che ha visto vittima a Pioltello un autotrasportatore, un lavoratore del Novarese.

Tra gli altri relatori della mattinata Andrea Baglione, della Cgil dell”Ospedale Maggiore, che ha puntato sulla necessità «di prendere le misure utili ad affrontare quei problemi strutturali nati con l’emergenza Covid. Servono – ha riferito – stabilizzazioni e nuove assunzioni, anche per rendere più sostenibili i carichi di lavoro nei reparti».

Giordana Francese, della Cisl: «sono una lavoratrice nella logistica, che, per tanto tempo, è stata una precaria. Quello della precarietà deve essere l’argomento di questo Primo Maggio. Non voglio giudicare la logistica in sé, ma c’è un problema. Quello di molti colleghi che per anni vengono assunti con contratti precari. Sul nostro territorio la logistica sta esplodendo e i lavoratori restano per anni, se non per tutta la vita, precari».

A chiudere la giornata, dapprima Attilio Fasulo, segretario generale della Cgil di Novara e Verbano Cusio Ossola. «Difficile – ha aperto il suo intervento – considerare quella di oggi come una giornata di festa. Sino a quando esisteranno quattro milioni e mezzo di lavoratori poveri e si continua a morire sul posto di lavoro. Nel primo trimestre di quest’anno sono stati 196 i “caduti” e 144 mila gli infortuni. Sono cifre insopportabili, da guerra civile. Occorre davvero introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Le chiamano “morti bianche” ma i mandanti hanno un nome». E ancora: «il Primo Maggio è una giornata di mobilitazione e di lotta, in cui aprire un reale percorso per concretizzare le nostre rivendicazioni nei confronti delle scelte del governo». Ha così annunciato le prossime iniziative nazionali: il 6 maggio a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli.

Ha, quindi, citato il discorso di Roberto Leggero, alla cerimonia per il 25 Aprile: «noi tutti siamo figli della Repubblica nata dalla Resistenza, ma anche del lavoro, che dobbiamo tutelare e riportare alla dignità che merita».

La conclusione è toccata a Luca Caretti, della Cisl Piemonte: «Viviamo un Primo Maggio che si pone in un periodo complicato, di contrasti forti. Crisi che si evidenziano sul piano internazionale con la presenza di conflitti. I sindacati chiedono che certi traguardi non ricadano solo su pochi, ma su tutta la società».

Infine: «Lo Stato deve riprendere una funzione strategica e di programmazione, più incisiva di quella degli ultimi anni». La festa si è conclusa con un ultimo brano suonato dalla Bandakadabra. Sulle note di “Bella Ciao” si è conclusa la manifestazione.

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