Un padre che si prende cura di te e che ti vuole bene senza aspettarsi nulla in cambio. Un amico che sa ascoltare e su cui puoi contare. Un maestro che ti indica gli errori desiderando il meglio per la tua vita.
I sacerdoti sono tutto questo per molti giovani. Lo sono, anche sul territorio della diocesi di Novara, i preti giovani impegnati accanto ai ragazzi negli oratori, ma anche molti parroci e vicari parrocchiali che vivono il proprio ministero nelle comunità cristiane.
«Ci sono sacerdoti che sono per i ragazzi come dei padri: stanno accanto a loro e non si tirano mai indietro quando hanno bisogno di essere ascoltati, di raccontare le preoccupazioni, condividere le paure o le soddisfazioni – spiega don Gianluca De Marco, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Giovanile -. Molte volte questi legami salvano i ragazzi dalla solitudine: parlano con qualcuno che rimanda a un Amore più grande, quello del Signore Gesù». Una fiducia, quella costruita con i ragazzi, che trova la sua base nella testimonianza che i sacerdoti lasciano ai giovani. «La testimonianza di una vita che si apre alla dimensione del dono e della gratuità – riprende don Gianluca -: dedicano tutta la propria vita a servire il Signore, la Chiesa e gli altri. Questo non sfugge ai giovani e vi riconoscono la possibilità di una vita non banale costruita anche grazie a scelte coraggiose».
Per molti giovani i sacerdoti diventano un punto di riferimento, «come un maestro, che lui stesso è in cammino. Aiutano i ragazzi a leggere e interpretare quello che stanno vivendo, non facendo le scelte al posto loro, ma dando strumenti per scegliere». Questo è un elemento decisivo della pastorale accanto ai ragazzi. «Sempre più spesso i ragazzi vivono con difficoltà i momenti in cui sono chiamati a scegliere: la scuola superiore, l’università, la professione, il fidanzamento. Il sacerdote li accompagna in questo tempo delicato della loro vita. Non chiedono mai “Cosa vuoi fare da grande” ma li aiuteranno a domandarsi “Per chi sono io?”».
Molti, in un sacerdote trovano anche un amico: una persona che cerca di comprendere il loro punto di vista. «Non sono “compagni di merende”, ma amici che riesci a chiamare anche maestro e padre», sottolinea don Gianluca. E questi legami di fiducia si stringono ogni giorno in oratorio, sul sagrato della chiesa, nelle sale della parrocchia, per le strade del quartiere o in piazza.
«Poco importa se sei un sacerdote incaricato di gestire un oratorio, un parroco, un missionario o un insegnante all’Istituto di Scienze Religiose: tutti ci sentiamo chiamati a un’attenzione particolare per i giovani. E l’impegno accanto a loro passa dalle iniziative pensate proprio per loro, certo, ma soprattutto da un rapporto personale costruito nel tempo. Ciascun sacerdote a modo proprio, con i propri tempi, la propria esperienza, vive momenti di condivisione con i ragazzi della comunità cristiana che gli è stata affidata. Non si vede su Facebook o Instagram, non finisce sui social: è qualcosa di prezioso e di invisibile, che fa la differenza e che lascia un segno nella vita dei ragazzi».