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Sarà un anniversario speciale quello che il prossimo lunedì 26 febbraio ricorderà a Castiglione Ossola il martirio di don Giuseppe Rossi. Un momento per fare memoria e per pregare insieme, che arriva a tre mesi dalla sua beatificazione che sarà celebrata in cattedrale il 26 maggio.
Il programma prevede alle 20.30 – quasi nell’ora esatta in cui gli uomini della Brigata fascista lo uccisero 79 anni fa – una messa nella “sua” chiesa parrocchiale, presieduta dal vicario generale mons. Fausto Cossalter e concelebrata dal parroco don Fabrizio Cammelli. Ma le iniziative prenderanno il via già il giorno precedente, domenica 25 febbraio, con una Via Crucis organizzata dalla comunità parrocchiale di Varallo Pombia alle 15.30, aperta a tutti i fedeli. Partirà dai “Colombetti”, il vallone nel quale il sacerdote fu condotto dalle camicie nere per essere assassinato.

«Nella seconda domenica di Quaresima il Vangelo ci propone la trasfigurazione di Gesù sul monte – spiega il parroco di Varallo Pombia don Fausto Giromini -. Anche noi “saliremo” sul monte per ricordare don Giuseppe e il suo efferato assassinio. Un modo per comprendere quanto può essere “pesante” la Croce, ma anche come attraverso le prove, le fatiche e anche il dolore, si possa percorrere la strada della Grazia». I pellegrini della parrocchia non saranno gli unici da Varallo Pombia ad andare a Castiglione per ricordare don Rossi. Nella mattina di lunedì 26 gli studenti della scuola media del paese – intitolata proprio al parroco martire -, si recheranno in Ossola per scoprire i luoghi dove don Giuseppe visse il suo ministero sacerdotale e dove venne ucciso.

«Credo sia bello ed importante che una scuola dedichi attenzione alla figura del nostro beato», dice il parroco don Cammelli, che insieme ai professori e al delegato diocesano per la causa di beatificazione padre Marco Canali guiderà il gruppo. «Don Rossi – spiega – è stato anzitutto un testimone del Vangelo. Ma proprio per questo, con la sua scelta di non fuggire davanti ai fascisti e di restare con i suoi parrocchiani, ha incarnato valori civili e “laici” che lo rendono una figura importante anche per chi non crede».

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