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Anche portare una barca attraverso il fiume o mandare avanti un’osteria sono iniziative cui può essere attribuita la qualifica di “straordinarie”. Il professor Giacomo Gagliardini ha utilizzato questa immagine per tratteggiare le figure di alcune donne che hanno illuminato anni dei due secoli passati e che, senza strafare, hanno lasciato impronte meritevoli di memoria. L’occasione è stata offerta da un interclub proposto dall’Inner Wheel Valsesia con la presidente Maria Auteri cui hanno aderito il Rotary (Giuseppe Paracchini) il Lion (Francesco De pace) e il Soroptimist (Franca Pallone). In questo excursus è riconoscibile un “prima” e un “dopo”.

Fino a metà Ottocento, la Valsesia era terra che poteva anche incantare i villeggianti, affascinati dal seguire i sentieri a dorso di mulo ma che, per la gente del posto, significava la difficoltà di coltivare patate sui dirupi. In quel periodo, per passare da una sponda all’altra del Sesia occorreva affidarsi al remo di Giuditta. Il professor Gagliardini ne ha parlato con affetto, a dispetto degli scarsi riferimenti anagrafici. Era una trovatella, come testimoniano le indicazioni sul suo nome Esposta del Venerando Ospitale. Eppure svolgeva un ruolo (non propriamente femminile) ma di importanza strategica per assicurare collegamenti fisici altrimenti preclusi. Era nata nel 1830 e morì l’undici agosto 1852 “alle otto di mattina”, travolta – come precisarono le cronache – “dalle impetuose acque del fiume”. Vittima del lavoro. In quel periodo Elisa Matilda Johnson Lynch, un’irlandese della periferia di Dublino fondò, in Val Vogna, una scuola di puncetto e, alla morte, a Triora (in Liguria) lasciò in testamento 13 mila sterline (che rappresentavano un patrimonio) per finanziare scuole di formazione culturale e professionale.

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