Il primo esame di maturità ai tempi dell’intelligenza artificiale. Detto così forse fa spavento, ma nella realtà è ciò che – in queste ore – stanno vivendo i ragazzi delle quinte superiori. Momento cruciale, sì, per gli studenti. Ma con un valore profondamente sociale e anche storico. Secondo un sondaggio condotto da Skuola.net, su un campione di circa 1.000 studenti di quinta superiore, ben 2 maturandi su 3 hanno considerato di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per prepararsi all’esame.
Oltre il 25% degli studenti sta già “interrogando” queste tecnologie durante il ripasso, sia per approfondire gli argomenti che per superare eventuali momenti di stallo nello studio. Tutto lecito, per carità. Ma una tendenza che non può che preoccupare chi ai suoi tempi preparava l’esame con l’enciclopedia. Sempre secondo la ricerca, poi, l’ingresso dell’intelligenza artificiale nella vita dei maturandi non è un fenomeno improvviso in quanto il 27% degli studenti ne ha fatto un uso frequente durante l’ultimo anno scolastico.
Certo, in questo modo si dimezzano i tempi e quasi si azzera la fatica. Ma sarà così nella vita?
Il Papa, proprio qualche giorno fa, ha chiesto che l’intelligenza artificiale sia collegata a una dimensione etica: “Il vigoroso avanzamento tecnologico rende l’intelligenza artificiale uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso ed impone una riflessione all’altezza della situazione”, ha esordito. “Parlare di tecnologia è parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica”.
Paolo Usellini, Direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi di Novara