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La fede, la vita e l’impegno di Armida Barelli, fondatrice con padre Gemelli dell’Università Cattolica e della Gioventù femminile Cattolica Italiana, sono raccontati in una mostra che è stata inaugurata al Santuario di Roncaglio in Valsesia lo scorso 14 luglio, e che sarà visitabile fino al 29 settembre. Un’esposizione voluta a poco più di due anni dalla beatificazione della Barelli, che è stata installata in uno dei luoghi della fede cui lei stessa e la sua famiglia sono più legati: il santuario della frazione della parrocchia di Locarno.

L’iniziativa, promossa dall’Azione Cattolica Diocesana, e dalle parrocchie di Quarona, Doccio e Locarno con la collaborazione della Pro Loco di Locarno, è stata supportata dall’Istituto Toniolo e dall’associazione Amici dell’università Cattolica del Sacro Cuore, che hanno ceduto la mostra per tutta l’estate.

All’inaugurazione erano presenti, assieme a Maria Rizzotti dell’Azione Cattolica, anche Barbara Pandolfi, vice postulatrice della causa di beatificazione e Maddalena Colli, responsabile dell’Archivio della beata. Al termine dell’inaugurazione, è stata celebrata la Messa da don Damiano Pomi, parroco di Ghemme (nella foto i partecipanti all’inaugurazione ndr.).

«La comunità parrocchiale di Locarno vuole ricordare Armida Barelli, nel santuario che senza la loro famiglia non sarebbe stato costruito – ricorda don Matteo Borroni, parroco di Locarno -. Il santuario ha avuto come madrina, il giorno della posa della prima pietra, il 14 aprile 1929, la mamma di Armida, la signora Savina Candiani. Lei aveva sposato Napoleone Barelli. È stata la prima grande benefattrice del santuario: senza il suo contributo morale e finanziario l’opera auspicata dal parroco mons. Giuseppe Delsignore non sarebbe stata realizzata».

Il legame di Armida al santuario è testimoniato anche da un affresco, in cui è ritratta la madre, Savina Candiani, che si potrà visionare assieme a oggetti conservati a Roncaglio nell’ambito della mostra, nella quale, invece, sono raccontati attraverso 16 pannelli la vita della beata, gli studi, l’incontro con Padre Gemelli e con Toniolo, la nascita della Gioventù Femminile Cattolica, i difficili rapporti con il regime fascista e il suo contributo all’emancipazione femminile. La mostra si può visitare tutte le domeniche, per informazioni sugli orari è possibile telefonare al 366 134 7609 o scrivere a [email protected].

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