Ventisei anni, lavora nel reparto di Meccanotronica a terra di “Luna Rossa” della Coppa America: «È la competizione più antica del mondo» dice Clelia Sessa che porta un po’ di lago Maggiore – o, meglio, di Belgirate – sullo scafo velico più famoso d’Italia. E’ reduce da Barcellona nella “Louis Vuitton Cup 2024”. Figlia d’arte ( il padre è stato comandante del Moro di Venezia I) Sessa cresce a pane e vela, cominciando sin da piccolissima a regatare sugli Optimist con buoni risultati, per poi passare ai 420, Laser, Melges, Moth, 69F, proprio nelle acque antistanti la Marina di Belgirate, dove risiede..
«Quando si ha un padre che è stato comandante del Moro di Venezia I – commenta – è praticamente scritto nel tuo destino che la grande passione della tua vita sarà la vela». Così è stato per la Sessa, prima donna nel team di meccatronica di “Luna Rossa Prada Pirelli”.
Clelia è salita in barca fin da piccolissima. «Ho iniziato – dice – a 5 anni. Mio padre è sempre stato il mio allenatore. Da piccola, la mattina, uscivamo di casa insieme e, se c’era un buon vento, andavamo in barca. Ho iniziato sugli Optimist partecipando a varie competizioni, tra cui i campionati italiani».
Poi ricorda:«La vela e la navigazione sono nel Dna della mia famiglia. Di quei primi anni ho dei ricordi meravigliosi fatti di trasferte, regate, vittorie, sconfitte e soprattutto paure, che la vela mi ha insegnato a superare. Non dimentico quella volta quando, durante un allenamento a Belgirate con mio papà, arrivò un groppo di vento. Mi spaventai tantissimo. Papà mi portò a terra e mi disse: “Arriverà il giorno che inseguirai queste condizioni perché saranno quelle che ti faranno divertire. Sei sicura che non vuoi provarci?”. Rimisi in acqua la mia barchetta ITA 6321 e con tutta la grinta e determinazione di una bambina di sei anni, a cui avevano appena lanciato una sfida, tornai a navigare. Papà aveva ragione: tra onde, schizzi e raffiche di vento mi divertii superando la paura».
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