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Il profilo scientifico di Eugenio Borgna è stato ampiamente indagato nei ricordi che hanno accompagnato la sua morte, così come il suo essere un intellettuale e un umanista a tutto tondo, di profonda fede cristiana. Stigma che non avrebbe mai rappresentato un peso per la razionalità della sua ricerca ma, al contrario, un motivo di forte stimolo. Lo studio del cervello, delle sue emozioni, lo porta – in una intervista di anni or sono – a definire la follia “morbus sine materia” e, alla domanda se vi sia traccia del “mysterium iniquitatis” di Paolo di Tarso, risponde: l’origine la possiamo cercare nell’anima.

E’ stato sottolineato, di Borgna, l’impegno amministrativo locale, a Borgomanero, località a cui è tornato nell’ultimo periodo della sua vita terrena. Vorrei, invece, richiamare qui il suo impegno strettamente politico, nel partito a cui aveva ritenuto di aderire, la Democrazia Cristiana, in continuità con la storia di una famiglia che è stata parte importante del movimento dei cattolici democratici del Novarese, a partire dal padre Gino. La memoria mi richiama anni lontani, il 1979, quando, segretario della DC vercellese e valsesiana, mi trovai di fronte al decennale della scomparsa di Giulio Pastore, il leader politico di origine valsesiana che, proprio con Gino Borgna, aveva condiviso, a Borgosesia, l’esperienza del Circolo dei giovani cattolici Giosuè Borsi.

Un’amicizia cementata negli anni difficili del colpo di stato fascista e che li avrebbe visti poi uniti nell’impegno in quelli della Repubblica. Esperienze di vita, narrate poi da Eugenio Borgna, e che avrebbero caratterizzato le sue scelte: aveva dodici anni quando i nazisti fecero irruzione a casa sua, di notte, alla ricerca del padre che aveva aderito al movimento partigiano. Come spesso accade, è la vita che a favorire incontri e opportunità. Fu così per la figura di Giulio Pastore, non incontrato da me in vita, a cagione della mia giovane età, nonostante la comune frequentazione della Valsesia.

E’ stato così per Eugenio Borgna, con il quale, lui per la parte della DC novarese, mi trovai a concordare le iniziative di commemorazione del decennale al quale ho accennato. Con gli interventi di Borgna e mio, il discorso ufficiale fu affidato a un collaboratore di Pastore, l’allora Ministro del Lavoro Enzo Scotti. Occasione per fare riferimento a un ricco terreno, quello del mondo cattolico novarese, che seppe esprimere, con la prima, la seconda e, infine, la terza generazione dell’impegno dei cattolici in politica, quella a cui appartenne il prof. Borgna, figure di grande rilievo nella vita del Paese, sino a un presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. A Eugenio Borgna, il Presidente Sergio Mattarella volle riconoscere, nel 2018, “motu propriu” l’onorificenza più alta dell’Ordine al merito della Repubblica, quella di Cavaliere di Gran Croce.

Gianfranco Astori

Gianfranco Astori

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