Per chi si presenta per le prove di maturità, l’ansia è sempre quella. E la notte prima degli esami si porta dietro una preoccupazione che, non di rado, sfocia nell’angoscia. Riguarda gli studenti di tutti i tempi e di ogni indirizzo scolastico.
Tuttavia, l’esame come è fatto oggi rischia di essere poco più che una formalità. Che “con il senno del poi” non avvantaggia lo studente e non lo aiuta nel suo futuro professionale. Prove che non sono prove lasciano intendere che anche la vita sia facile.
Con il risultato che i primi ostacoli mettono in discussione l’autostima e provocano crisi a volte irreparabili.
Maturità 2023, 2517 giovani alla prova sui banchi delle scuole di Novara
Un punto di arrivo ma anche di partenza affrontato con ansia ma, nello stesso tempo, con felicità. La voce degli studenti
Vengo da una generazione che, con gli esami, cominciava dalla seconda elementare.
“Esamini”, certo, ma sempre si trattava di mettersi in discussione, confrontarsi con la maestra e misurare le proprie competenze e la personale tenuta caratteriale. A quei tempi serviva un “esamino” per accedere alle scuole medie.
E, per superare il ginnasio (diventato “primo biennio”) serviva saper tradurre “dal latino all’italiano” e “dall’italiano in latino”. Convengo che si trattava di programmi pretenziosi ma le riforme cicliche hanno riguardato l’estetica trascurando la sostanza.
L’esame sta al passo coi tempi? L’opinione dei dirigenti scolastici di Borgomanero e Arona
È una formula ormai collaudata che ha bisogno soltanto di qualche correttivo o il format è fuori tempo e va ripensato? La voce dei dirigenti scolastici
Voti in decimali…no in sessantesimi…ma no: meglio in centesimi…
Non so di Invalsi e non mi interessa il confronto con il resto del mondo ma è del tutto evidente che gli studenti non sanno nè leggere nè scrivere.
Anche ai miei tempi, si diceva che gli esami non finivano mai ma quelli da sostenere a scuola rappresentavano già un buon allenamento.
Se si sbagliava occorreva ripetere l’anno ma fallire nella vita significa perdere il lavoro o non trovarlo affatto.
Cominciare per tempo con esami – veri – metterebbe al riparo da fallimenti extra scolastici.
Lorenzo Del Boca, direttore dei Settimanali diocesani novaresi