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Settantaquattro dame, 57 barellieri, 5 infermieri, 8 medici. E ancora: 9 sacerdoti, 69 malati accolti nell’accueil del santuario e 176 pellegrini. I numeri dicono dell’impegno organizzativo e della capacità di coinvolgere comunità, famiglie e fedeli in un momento di preghiera e di incontro che si ripete ormai da oltre sette decadi, nel segno della devozione mariana. «Ma da soli non bastano a spiegare cosa sia davvero l’esperienza di Lourdes e il pellegrinaggio diocesano dell’Oftal».

Patrizia Violetto è attiva nell’Opera federativa trasporto malati Lourdes da sempre – «ero una bambina al mio primo viaggio in Francia» -, ma per la prima volta si troverà a vivere il pellegrinaggio (in programma dal 21 al 26 luglio) come presidente della sezione novarese, incarico che ricopre dallo scorso inverno, quando ha raccolto il testimone da Stefano Crepaldi. E la sua preoccupazione, prima ancora di spiegare come funziona la “macchina” dell’organizzazione, è raccontare cosa muove volontari e pellegrini ad andare e, spesso, a tornare alla gotta di Massabielle. «Il pellegrinaggio diocesano – dice – è certamente il momento più intenso, gratificante e faticoso dell’anno. Ma più importante è lo spirito che lo muove e che ci muove come oftaliani. Negli incontri di formazione e incontro durante tutto l’anno, come la Giornata d’Autunno, l’incontro di primavera o la Giornata dell’Amicizia di Boca. E poi nelle nostre parrocchie, mettendoci accanto a malati e fragili. Molto spesso in modo semplice: anche solo con un incontro di preghiera o con un momento di convivialità». Nella convinzione, niente affatto retorica, «che davvero riceviamo molto di più di quanto doniamo: un ritorno di relazione e umanità che ci aiuta a crescere». Ecco, dunque, il cuore dell’esperienza oftaliana. «Che anche quest’anno, cercheremo di portare avanti».

Con uno sguardo al passato: «abbiamo da poco compiuto 70 anni (all’anniversario è dedicato il volume “Cara, bella, magnifica Oftal ndr.) e proseguire in questa avventura, significa aggiornare alla nuova realtà la stessa passione e lo stesso impegno di chi ci ha preceduti». Ma anche con un occhio al futuro: «Crediamo davvero nell’urgenza di accostare a questo stile e a questa spiritualità mariana le nuove generazioni. È bello e significativo, in questo senso che gli 850 giovani della Gmg, sulla strada per Lisbona faranno tappa al santuario».

Quest’anno, però, le difficoltà organizzative sono state impegnative. «Il caro dei costi dei voli aerei non ci ha permesso di organizzare dei charter. L’obiettivo di fondo è stato quello di contenere i costi per permettere a tutti di partecipare». E così due gruppi di pellegrini partiranno su voli di linea da Orio e da Malpensa. Mentre altri ancora viaggeranno in bus (alcuni normali, altri attrezzati per il trasporto di ammalati) partendo da sette punti di ritrovo in diocesi. Chi viaggerà in aereo farà ritorno un giorno prima, «ma senza mancare alcuna celebrazione o incontro importante. Non mancherà niente dell’esperienza di Lourdes». Uno sforzo organizzativo importante, «per il quale – conclude Violetto – ringrazio la nostra impiegata Francesca e soprattutto il Consiglio e tutti i nostri volontari».

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