Ritorno, da qualche giorno, per i volontari del Camice azzurro, al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Novara, uno dei 22 reparti in cui l’Avo, l’Associazione volontari ospedalieri, prestava servizio, fornendo ascolto e conforto, prima della pandemia.
Una presenza dietro la quale c’è un grande lavoro e, come spiega Danila Finzi, coordinatrice dei reparti per Avo, «una lunga preparazione».
Non è la sola novità che riguarda l’associazione presieduta da Gianfranco Bianchi, che, in accordo con la direzione ospedaliera, sta gradualmente rientrando in più strutture.
Da 15 giorni i volontari stanno garantendo la loro presenza in Ematologia, «dove – riprende Finzi – c’è un grande afflusso di persone. Qui disponiamo di un gruppo di volontari nuovo, affiancato da una volontaria che da 15 anni opera in questo delicato reparto».
Ma quali i compiti di un volontario in Pronto soccorso?
«In primis dobbiamo garantire ascolto, presenza e vicinanza. Il Dea è quel posto – dice Finzi – dove arrivi
per qualcosa che ha cambiato all’improvviso la tua vita. Il volontario resta accanto all’utente, pronto a
fornire conforto. Può anche segnalare se la persona ha avuto un peggioramento o raccogliere eventuali richieste e segnalarle al Triage».
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