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Il 22 gennaio del 1945, in un clima di guerra ormai segnata nel suo esito finale, ma non certamente nei suoi tempi e nei suoi sviluppi – sarebbe terminata più di tre mesi dopo -, si celebrava la festa del santo patrono. Il giornale fascista “L’Ardimento” comunicava le celebrazioni religiose previste, tentando di trasmettere un clima di normalità.

Ma di “normale” in quei giorni non c’era molto. Era un san Gaudenzio di guerra. Non il primo (il conflitto mondiale infuriava già da anni), ma sicuramente uno dei più drammatici: la guerra civile che avrebbe portato alla liberazione dall’occupazione nazifascista stava entrando nella sua fase finale, ma non per questo meno cruenta. E proprio in quel giorno, le cronache dei giornali e i ricordi dei protagonisti riportano un attacco aereo alleato con vittime civili.

Vescovo allora era il cappuccino Leone Ossola. Dopo la morte del vescovo Giuseppe Castelli, avvenuta nel settembre del 1943, arrivò come amministratore della diocesi, ma non ancora come vescovo titolare per non dover giurare fedeltà al regime della Repubblica Sociale. Ossola, nel ‘44 non poté celebrare la festa a causa di un forte malessere influenzale.

Nel 1945 finalmente potè presiedere la messa della festa patronale, in Basilica, dopo che negli anni precedenti era stata indisponibile per i lavori di consolidamento della Cupola. Gli appunti colti dal suo diario personale, custodito in Archivio Diocesano, riflettono molto bene lo stato di forte disagio vissuto dal presule e dall’intera città.

L’articolo integrale di don Paolo Milani, con il racconto sul settimanale diocesano assieme ad altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale, in edicola a partire da venerdì 19 gennaio. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente sopra a qui.

Le chiese scomparse. Intervento di don Paolo Milani alle conferenze Fai

Don Paolo Milani, direttore dell’Archivio storico diocesano

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