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Ci sono 2260 cozze che vigilano sullo stato delle acque del lago d’Orta. Sono tanto sensibili da agitarsi appena vi è qualche cosa di anomalo come la presenza di sostanze inquinanti o altro. Sono delle biosentinelle. Ma non solo, sono anche utili come mezzo di depurazione. Il progetto è stato spiegato da Nicoletta Riccardi del Cnr Irsa (Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto di ricerca sulle acqua) di Verbania allo Show Room della ditta Fantini di Pella, che sempre si distingue per accoglienza, in un incontro promosso da Ecomuseo del Cusio e presentato da Gianni De Bernardi di cui è presidente. «La prima immissione di cozze di lago – ha spiegato Nicoletta Riccardi – è stata nel 2018 e ne sono seguite altre nel 2022 e nel 2023».

«Alcune – ha continuato –, cioè quelle che si trovano nei pressi della sede del Circolo velico di Imolo di Orta, sono identificabili da un numero e portano un sensore. Da qui vengono trasmessi i dati elaborati poi al Cnr». L’agitarsi delle cozze è automaticamente collegato alla presenza di sostanze inquinanti?
«No, può dipendere anche da altri fattori, ma proprio sta il nostro lavoro».

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