«Ho voluto esserci per manifestarvi tutta la mia vicinanza. La vostra è una religione del lavoro e della famiglia e mi piace ricordare come in passato la stagione invernale rappresentasse il momento della sapienza del contadino. Ancora: le parabole più belle di Gesù arrivavano dal mondo agricolo. A quei tempi si seminava senza arare, poi si erpicava. L’aratro curvo, quando si affacciò in Europa, consentì di aumentare di un 20 per cento le terre coltivate».
Così il vescovo Franco Giulio Brambilla si è rivolto ai Coltivatori Diretti riuniti in Duomo per la Giornata del Ringraziamento. E si è riallacciato alle origini che lo legano a questo mondo: «Da famiglia per parte di mia madre e mio padre, che era zoccolaio». Ha voluto ricordare anche Paolo Bonomi, che partì dalle terre di Romentino, e che 80 anni fa, esattamente il 30 ottobre 1944, fondò la Coldiretti, che poi sarebbe diventato il sindacato agricolo più grande d’Europa.
A proposito di semina, gesto e vocabolo che ricorre nei Vangeli, Brambilla incita e invita a «non avere paura di seminare con larghezza. Coinvolgete genti e cose nuove, servono seminagioni con braccio largo. Bisogna tentare, creare, la creatività del contadino interagisce con la natura. Ricordatevi dei vostri grandi patroni, i benedettini». Il vicepresidente di Novara e Vco, Fabrizio Rizzotti: «Il nostro fondatore ha saputo cam- biare il volto e dare valore al nostro lavoro e al nostro ruolo. Siamo passati dall’essere mezzadri a contadini, per essere oggi imprenditori agricoli (un’imprenditoria che in modo diretto e con il proprio indotto rappresenta il 25% del Pil italiano). Siamo quelli che hanno accompagnato l’Italia nella fase della rivoluzione industriale degli anni 50 e 60. Quelli che gestiscono il ter- ritorio, si occupano della manutenzione dell’ambiente. Dove non c’è agricoltura c’è abbandono, dissesto, distruzione e purtroppo anche morte, tutto questo lo vediamo in Italia e nel mondo. Dobbiamo essere fieri e orgogliosi del nostro ruolo agricolo, del nostro passato, ma non possiamo pensare che per un euro speso dal consumatore solo 14 centesimi siano per l’agricoltore».
Quasi grido di dolore senza enfasi, ma passaggio obbligato per richiamare l’attenzione sulla forbice che separa produzione dall’ultimo anello della catena distributiva, dal piatto in tavola. E a proposito di menù il direttore Luciano Salvadori legge la lista (lunga e ricca) dei prodotti che decine di coltivatori portano all’altare, come segno di riconoscenza e testimonianza dell’immensa varietà di un potenziale ricavato dai campi dell’Ossola, dei laghi, delle colline e della pianura. Dopo la celebrazione, sul sagrato della Cattedrale un intervento dell’assessore all’ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati. Poi il vescovo ha impartito la benedizione ai mezzi agricoli, schierati anche in Piazza della Repubblica con le bandiere gialle, simbolo di Coldiretti.
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