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«Ricentrare il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordia l’umanità». Così Papa Francesco ha descritto il cuore dei lavori del sinodo che si è aperto a Roma lo scorso 4 ottobre, festa di san Francesco, sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.

Brambilla: «Fate pregare per il sinodo»

Tra i 365 padri e madri sinodali, anche il vescovo Franco Giulio Brambilla, tra i rappresentanti dell’episcopato italiano. E proprio da lui, alla vigilia dell’avvio dell’assemblea che proseguirà sino al 29 ottobre, è arrivato un invito per tutte le comunità parrocchiali della diocesi: «chiedo la vostra preghiera e la vostra attenzione per l’assise sinodale – ha scritto ai sacerdoti -. Fate pregare le nostre comunità perché il Sinodo sia un’esperienza viva di Chiesa e un umile servizio alla vita del mondo. Conto sulla vostra partecipazione attenta e sulla vostra intercessione».

Il cammino in diocesi

Questo snodo importante del percorso della Chiesa universale, arriva all’avvio del terzo anno del cammino iniziato anche dalla Chiesa italiana. È l’anno della “fase sapienziale”, che segue un biennio dedicato all’ascolto «dal basso» delle istanze delle comunità cristiane. Ad inizio estate la Conferenza episcopale italiana aveva prodotto uno sussidio di lavoro che poneva attenzione su cinque nuclei tematici: la missione secondo lo stile di prossimità; il linguaggio e la comunicazione; la formazione alla fede e alla vita; la sinodalità permanente e la corresponsabilità; il cambiamento delle strutture.

«Soprattutto gli ultimi due riguardano temi che la Chiesa novarese sta affrontando da diversi anni, a partire dal “nostro” sinodo diocesano», dice don Brunello Floriani, vicario episcopale per la pastorale e delegato del vescovo per il sinodo, insieme a Romina Panigoni. «Credo, dunque, – riprende il sacerdote – che proprio questa fase sapienziale possa essere un’occasione per procedere nella riflessione e nell’attuazione di quei principi di corresponsabilità tra laici e sacerdoti e di collaborazione tra le parrocchie nelle Upm».

Nelle prossime settimane verrà realizzato un piccolo sussidio da mettere a disposizione delle parrocchie, «per realizzare il quale coinvolgeremo la giunta del consiglio presbiterale e la presidenza del consiglio pastorale. Entrambi gli organismi stanno da tempo approfondendo proprio queste tematiche».

Il Papa: «Una Chiesa unita e fraterna»

Nella sua omelia di apertura del sinodo, il papa ha dedicato molto tempo proprio al volto di Chiesa che dovrà mostrare il sinodo. «Una Chiesa – ha detto Francesco nella sua omelia – unita e fraterna, o almeno che cerca di essere unita e fraterna, che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede. Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno. Una Chiesa che rischia con Gesù. Così Gesù vuole la Chiesa, così vuole la sua sposa».

Poi ha citato papa Montini. «Nel dialogo sinodale, in questa bella marcia nello Spirito Santo che compiamo insieme come popolo di Dio, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore per guardare alle sfide di oggi con il suo sguardo», la certezza di fondo «per diventare, usando una bella espressione di San Paolo VI, una Chiesa che ‘si fa colloquio’ Una Chiesa ‘dal giogo dolce’, che non impone pesi e che a tutti ripete: ‘Venite, affaticati e oppressi, venite, voi che avete smarrito la via o vi sentite lontani, venite, voi che avete chiuso le porte alla speranza: la Chiesa è qui per voi!’».

Questo articolo e altri approfondimenti li trovate sul nostro settimanale, in edicola venerdì 6 ottobre. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero che interessa direttamente qui

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