Condividi su

Purtroppo la comunità premiese ha perso un altro importante pezzo di storia: la Delia Parianotti di Piedilago, anni 91.
Delia era la primogenita della famiglia Parianotti, composta da mamma Pierina, papà Antonio, conosciuto da tutti come “ulTonign”, e in seguito allargata con l’arrivo dei fratelli Amelio, Pia e Augusto.
Cresciuta in una sana famiglia dedita al lavoro, alla cura della campagna, sin da giovinetta ha contribuito all’economia familiare aiutando i genitori nella cura degli animali, nella pastorizia, portando le capre all’alpe “Albaroo”, allo sfalcio dei prati, e a far fronte alle varie incombenze e necessità.
Andò in sposa a Pierino Albini, uomo allegro e laborioso, e dalla loro unione nacquero i tanto amati figli Remo, Fausto e Stefano. Per seguire da vicino il papà Pierino, dipendente Enel, tutta la famiglia si stabilì per alcuni periodi anche a Omegna, e poi a Villadossola.
Donna di grande fede, la si ricorda ancora quando alla domenica mattina, assieme a tante altre donne, si incamminava a piedi da Piedilago per raggiungere la chiesa e partecipare alla S. Messa.
Ancora adesso, tutte le sere era con l’orecchio appoggiato alla radio a seguire e recitare il Santo Rosario. Proprio questa grande fede l’ha aiutata a superare la tanta sofferenza e l’immenso dolore, dovuti alle tragiche premature scomparse dell’amato figlio Stefano, e poi del marito Pierino.
Figura di bell’aspetto, sempre elegante, accurata, un bel portamento. Da mamma Pierina aveva imparato l’arte di lavorare a maglia, e soprattutto all’uncinetto.
Decine di coperte, cuscini, adornavano la sua casa e quella dei tanti amici e parenti. Esperta soprattutto nel pizzo, quante tovaglie ricamate con il filo sottile hanno adornato l’altare della chiesa e dei tanti oratori.
E’ stata anche un’esperta sarta in cucito e rammendo. Negli ultimi anni, ha però dato sfogo anche ad un’altra sua grande passione: con tanta abilità e talento ha confezionato decine e decine di bambole in ceramica, adornandole con il costume tipico della Valle.
Ogni bambola era un capolavoro, ogni particolare del vestito, grembiule, mantellina, scialletto, “ulpanét” sulla testa, uscito dalle sue laboriose mani corrispondeva meticolosamente all’originale.
Era davvero fiera e orgogliosa delle sue bambole, che spesso regalava agli amici.
Amava anche tanto i fiori, i suoi balconi erano sempre un richiamo di bellezza.
Adorava cucinare ed era famosa in particolare per le sue buonissime torte. All’occorrenza saliva a Formazza a dare una mano nella conduzione dell’albergo anche alla cara sorella Pia, e a coccolare le sue adorate nipotine.
Delia, dal carattere deciso, determinata, energica, attiva, ma nello stesso tempo molto disponibile, altruista, sensibile e soprattutto forte e coraggiosa. La battuta sempre pronta, infarcita anche di tanta sana ironia.
Nell’ultimo periodo amava sovente stare stesa sul divano del terrazzo di casa a rimirare le sue montagne, i suoi fiori, la sua diga, a inseguire i suoi ricordi.
Piedilago è da sempre stata la sua casa, la sua famiglia, il suo rifugio, anche per la vicinanza e la presenza costante dei tanti suoi affezionati familiari, figli, nipoti e pronipoti.
Ora Delia, finalmente ricongiunta ai suoi cari, me la immagino già intenta a preparare e confezionare pregiati ricami e stoffe per gli angeli! Buon viaggio, Delia!

Condividi su

Leggi anche

il POPOLO dell'OSSOLA

Il comune di Domodossola si impegna a eliminare tutte le barriere architettoniche

Mary Borri