La comunità cristiana in Terra Santa costituisce sempre più una minoranza, con una forte riduzione un po’ in tutti i territori, dalla Palestina, che conta 50mila cristiani, a Israele, che arriva a 120mila, passando per la Siria, che ha visto la caduta della capitale Damasco, ‘liberata’ dopo 54 anni dalla dittatura con un’azione dei ribelli guidati da un gruppo jihadista. I numeri li fornisce Andrea Avveduto, giornalista e scrittore novarese, esperto di Terra Santa e responsabile della comunicazione per l’Associazione Pro Terra Sancta.
«I cristiani in Terra Santa – commenta – sono sempre più una minoranza. Dal punto di vista politico non contano niente. In Parlamento hanno una rappresentanza minima. Ci sono i cristiani betlemiti che ormai sono più presenti a Santiago del Cile in America Latina, che non nei territori dei quali sono originari. Una fuga che parte da lontano e che è iniziata – precisa il giornalista – nel 1948. Anche nello stesso Libano l’equilibrio è messo in difficoltà e in questi mesi sono tanti i cristiani che stanno lasciando il Paese. Altrettanto sta accadendo in Siria. Con la caduta di Damasco sono tanti i cristiani che hanno deciso di abbandonare il proprio Paese, la propria terra natia», vista la delicatezza attuale della situazione.
Se la presenza cristiana non ha una sua forza politica questo, però, «non significa – precisa Avveduto – che la comunità di cristiani non possa fare nulla. Può infatti intervenire e fare molto in termini di opere di carità e di assistenza sociale, come ha riferito anche il nunzio apostolico in Siria». A partire dall’istituto Magnificat di Gerusalemme, frequentato da allievi cristiani, musulmani ed ebrei, un’esperienza di accoglienza e dialogo. «La politica dovrebbe guardare qua, a questi esempi, a queste resistenze – aggiunge il giornalista –. La pace non è la pace intesa come assenza di una guerra, ha detto il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, ma uno sguardo d’amore sull’altro. È importante che i cristiani restino per costruire insieme un futuro nuovo in zone martoriate».
Infine l’importanza della Custodia di Terra Santa, «un gruppo di frati attivi in Medio Oriente, in particolare in Siria, Israele, Giordania, Libano, Cipro. Una realtà a carattere internazionale, composta da religiosi che arrivano da tutto il mondo». Frati che svolgono attività pastorale, ma anche opere di attività sociale. «Vanno incontro all’altro per costruire un futuro di pace».
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