Il Venerdì Santo (dopo la “rifondazione” del 1729) venne descritto in una serie di relazioni, articoli e rapporti che costituiscono una documentazione sufficiente per ricostruirne i passaggi più significativi.
Le celebrazioni si concretizzavano in una serie di precessioni che avevano luogo di mattina. Due drappelli di soldati si preoccupavano di prelevare e scortare la statua della Madonna Addolorata e il catafalco che rappresentava il Letto del Cristo Morto. Poi i tronconi del corteo si riunivano per dare vita alla processione che, da poco prima di mezzogiorno, percorreva le vie del centro cittadino per concludersi in chiesa.
Anche più imponente quella della sera con la partecipazione della gente del paese che illuminava il percorso con torce e candele e con il canto dei frati Cappuccini che intonavano il “miserere”. La sfilata era aperta dal centurione che comandava il drappello dei soldati a cavallo. Dietro gli uomini in arme, i personaggi in costume, le autorità, i bambini con gli abiti da paggetto e i fedeli.
Era considerato un onore l’essere designato vessillifero che, in processione, sosteneva “il labaro”. Si trattava di una bandiera confezionata in tela rossa e ricamata con galloni in metallo dorato. Da un lato: le iniziali I.N.R.I. proprie del Venerdì Santo, a riproporre “il titolo” che Pilato ordinò di inchiodare sulla Croce del Cristo Crocefisso. Dall’altro: il richiamo alla Roma Imperiale con la sigla S.P.Q.R per celebrare la maestà del “Senato” e del suo “ Popolo”. Al vertice dell’asta: quattro “mostrine” di colore rosso (con tre fregi dorati) raggruppate fra loro.
La bandiera arrivò in paese, a metà Settecento, quando la famiglia Marola (discendente dal giureconsulto Larino Marola) si trasferì a Romagnano proveniente da Gubbio dove abitava. Offrirla alla processione del Venerdì Santo fu un omaggio d’ingresso nella nuova comunità. “Il labaro” veniva consegnato al comandante dei soldati a piedi – i veliti – calandolo dal balcone di casa. Non è chiara la simbologia del gesto né si conosce l’origine di questa cerimonia che, tuttavia, viene scrupolosamente tramandata ed è rispettata anche nelle edizioni contemporanee…
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