Condividi su

«Con Papa Francesco c’è stato un rapporto molto intenso. Un legame di grande amicizia. Ho perso una persona a cui ho voluto molto bene e che mi ha voluto molto bene. Tra noi c’era una forte stima reciproca. Mi ha affidato grandi compiti, avventure in cui mi ha accompagnato e incoraggiato, spingendomi ad andare avanti e condividendo le scelte compiute».

A ricordare Papa Jorge Mario Bergoglio è Mariella Enoc, manager novarese della sanità, alla guida dell’ospedale Bambino Gesù di Roma dal febbraio del 2015 al febbraio del 2023.

Due anni fa l’imprenditrice si dimise «per potere far sì che la grande impresa di una nuova sede del Gianicolo – aveva spiegato – fosse intrapresa da chi ne avrebbe avuto la responsabilità del compimento».

A nominarla, era stato il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, seguendo proprio le indicazioni di Papa Francesco, che voleva una valorizzazione del ruolo della donna nella Chiesa.

«Una persona – riprende Enoc – dalla grandissima umanità e molto empatico. Un uomo dai grandi abbracci e accogliente. Riusciva subito a metterti a tuo agio. Ricordo ogni incontro che ho avuto con lui». Francesco, che era un gesuita, aveva una cultura infinita. Eppure era un Papa che non utilizzava «linguaggi complicati, ma semplici, comprensibili a tutti. Una caratteristica, questa, dei colti. Un pontefice che ha saputo mettersi in dialogo con semplicità e facilità anche con i piccoli». Senza alcuna preclusione.

«Con la sua scomparsa – aggiunge la manager, che è stata anche alla guida dell’Associazione Industriali di Novara e di Confindustria Piemonte – un’epoca straordinaria della mia vita si conclude. Anni intensi, che mi lasciano tanto».

Enoc aggiunge come con la morte di Papa Francesco venga a mancare «un grande profeta dei nostri tempi». «Un profeta che, come è sempre accaduto con tutti i profeti – prosegue la manager novarese – non viene compreso subito, non viene capito immediatamente nella sua epoca, ma solo dopo molto tempo». Il suo messaggio , del resto, «è stato così intenso, ricco e forte, che occorrerà ancora un po’ prima che si riesca a coglierne il significato nella sua totalità e nella sua pienezza».

Ad esempio per quanto riguarda i suoi interventi riguardanti la situazione sociale che stiamo vivendo. «Ha semplicemente annunciato il Vangelo. E il messaggio evangelico non è qualcosa di facile e semplice da far comprendere, da fare arrivare a tutti. Induce al ripensamento, alla riflessione, alla revisione delle priorità e dei punti di vista di ognuno. Insomma, alla conversione». Proprio dall’attenzione al Vangelo nasce anche la cura di Francesco per i più deboli, i malati, gli anziani, i bambini, gli emarginati. 

E se è stato un Papa accogliente, dalla grande empatia e portatore di messaggi dal grande valore cristiano, è anche stato, ricorda ancora la manager, «particolarmente rigoroso e duro nei confronti di alcuni aspetti della società». Anche con modi e toni decisi. Come quelli che usava per condannare la corruzione. «A riguardo del suo atteggiamento sulla corruzione, è sufficiente ricordare la visita pastorale che il pontefice svolse a Napoli nel marzo del 2015, quando più volte disse, nel suo italiano misto allo spagnolo, “la corruzione spuzza”».

«Spesso poi, denunciava certi atteggiamenti con dei termini che facevano “notizia” e si facevano ricordare come “chiacchiericcio” e “clericalismo”. Era davvero molto rigoroso e intransigente contro queste situazioni». Un Papa che ha rivoluzionato la Chiesa? «No. Ma certamente ha compiuto i primi passi per un vero cambiamento».

L’articolo integrale, con le pagine speciali su Papa Francesco e altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara, si può trovare sul nostro settimanale in edicola a partire da giovedì 24 aprile. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente qui.

Condividi su

Leggi anche