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La Giornata del Seminario sembra l’occasione in cui il rettore debba “dare i numeri”. Sì, perché di fatto è anche giusto informare la Diocesi sull’andamento numerico dei Seminaristi, della loro suddivisione nelle varie tappe del percorso, dell’età media etc… E proprio per questo motivo sembra dover un po’ impazzire perché questi numeri risultano preoccupanti, soprattutto per la forte diminuzione di Seminaristi entrati in questi ultimi anni: vuol dire che nel giro di un paio d’anni la comunità sarà dimezzata.

Tuttavia il tema del giubileo “Pellegrini di Speranza” mi invita ad avere uno sguardo diverso. Vivere quanto indicato da papa Francesco non è certo esporre fuori dalla finestra del Rettorato uno striscione con scritto «andrà tutto bene» di covidiana memoria. La Speranza è una delle virtù teologali, non un semplice ottimismo. Mi pare di intravvedere l’estrema necessità di fidarci di Dio, il Quale probabilmente ci pone davanti realtà differenti rispetto a quelle che vorremmo. Sarebbe bello avere un modello di prete forte, esaltante, attraente, che nell’immediato faccia suscitare in ogni giovane che lo incontra il desiderio di imitarne la strada. I tempi però non sono proprio così. O meglio, il prete dovrebbe essere così ma proprio perché capace di abitare la complessità della vita della Chiesa e del mondo di oggi.

Viene allora da pensare che essere preti oggi è ancor più bello che in passato. La società non ti riconosce quasi più un ruolo meritevole (o spesso te lo riconosce in negativo). La stessa Chiesa non ti garantisce più un ruolo protetto da strutture o modalità pastorali ben definite. Ecco allora che ciò che rimane è la vera essenza di chi è chiamato ad essere prete: è assumere una responsabilità nella comunità a servizio dell’annuncio della Parola e la celebrazione dei Sacramenti, totalmente dedicato al servizio della Chiesa che vive nel territorio della diocesi guidata dal Vescovo. Basta questo.

Nei prossimi anni faremo sicuramente i conti con numeri e stili pastorali che dovranno necessariamente mutare. Ma qualcuno continuerà a rispondere di sì al Signore? È quello che dobbiamo continuamente domandare nella Preghiera con Speranza, ma senza smettere di convertire i nostri cuori affinché i nostri giovani vedano trasparire dalle nostre comunità Fede e Carità.

Don Marco Barontini, rettore del seminario

L’articolo nelle pagine speciali “La Voce del Seminario”, assieme ad altre notizie dal territorio della Diocesi di Novara, sul nostro settimanale in edicola a partire da venerdì 24 gennaio. Il settimanale si può leggere abbonandosi o acquistando il numero che interessa cliccando direttamente sopra a qui.

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