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Perché in questo tempo di Quaresima ci sarà chiesto di attraversare il deserto? Per tornare a sognare di essere liberi. Ne abbiamo certamente bisogno in un tempo in cui possiamo scoprirci prigionieri di logiche di morte, di guerre che uccidono, distruggono e rendono anche illusoria qualsiasi invocazione a Dio che dona Pace. Sembra che la società stia regredendo e anche le grandi innovazioni tecnologiche portano in sé il timore di toglierci ciò che resta di buono della nostra umanità.

La Quaresima è ripercorrere il cammino del deserto, come fece il popolo dell’Alleanza. È il luogo dove misurarci con ciò che veramente è importante per la nostra vita, scoprendo che Dio ascolta sempre il grido che si eleva dalla terra e si prende cura di noi per portarci verso la terra promessa. Il deserto non è il luogo dove estraniarsi dalla realtà ma l’ambiente simbolico dove purificare ciò che siamo per tornare a sognare, trovando nuove energie, scorgendo germogli dai semi di speranza.

Ci saranno compagni di viaggio, il digiuno, necessario per dare il giusto peso alle cose materiali affinché rimangano mezzi e non il fine della nostra vita; la preghiera, per scoprire che la relazione senza la quale non sappiamo più chi siamo è quella con Dio; l’elemosina, per sperimentare che la nostra vita non è per noi stessi ma è dono da offrire agli altri, scoprendoli fratelli. Sarà necessario fare memoria della bellezza dell’essere tanto amati da Dio, per sentire il suo amore che ci spinge a diventare seminatori di pace nella nostra quotidianità, continuando ad alimentare il nostro sogno di vera libertà. Camminando così, dal deserto possiamo intravvedere il giardino della resurrezione!

Don Marco Barontini, Rettore del Seminario San Gaudenzio della Diocesi di Novara

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