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Giusto 60 anni or sono (il 30 marzo 1965), veniva chiamato al Padre il Card. Maurilio Fossati, sacerdote della Diocesi novarese, già Arcivescovo di Torino, Vescovo di Sassari, prima ancora di Galtellì-Nuoro, oblato membro della Congregazione dei Santi Gaudenzio e Carlo e, in questa ultima qualità, rettore del Sacro Monte di Varallo. Durante la Prima guerra mondiale, padre Fossati viene chiamato alle armi. Servirà in Sanità, infermiere e cappellano, a Torino. Terminato il conflitto tornerà a Varallo, sino a quando, nel marzo 1924, Pio XI lo chiamerà a servire la Chiesa in Sardegna. Nel dicembre del 1930 lo raggiunge l’elezione ad Arcivescovo di Torino: presiederà la cattedra di San Massimo sino al 1965. Nativo di Arona, Fossati era legato alla figura del conterraneo Carlo Borromeo, al punto di inserire nel suo stemma episcopale il motto borromeano “humilitas”.

Fossati, in Valsesia, lasciava in eredità il lavoro – insieme al cav. Pietro Galloni, che di lì a poco sarebbe deceduto – di elaborazione della prima convenzione che definiva in modo puntuale i rapporti tra l’Amministrazione civile del Sacro Monte (espressione della proprietà della comunità varallese) e l’autorità religiosa, alla quale compete la destinazione del bene e la custodia della sua funzione. Quel febbraio del 1924 avrebbe visto, a Varallo, contemporaneamente, il saluto del Vescovo di Novara, mons. Gamba, chiamato a reggere la Diocesi di Torino e, la sottoscrizione, da parte anche del rettore del Sacro Monte, padre Fossati – preconizzato Vescovo di Nuoro – dell’importante documento. Solo sei anni dopo, nel 1930, proprio allo stesso Fossati sarebbe accaduto di succedere a Mons. Gamba come Arcivescovo del capoluogo piemontese, per la morte di quest’ultimo.

Al diffondersi della notizia della imminente partenza di padre Fossati per la Sardegna, si manifestarono, in Valsesia, sentimenti, a un tempo, di dispiacere e di orgoglio per un riconoscimento che veniva percepito anche come rivolto all’intera comunità locale e gaudenziana.

I cittadini di Varallo vorranno donare al neo-vescovo una croce pettorale: al centro l’urna della Madonna del Sacro Monte. Lo stesso fecero i suoi concittadini di Arona: la croce pettorale recava la figura di San Carlo e lo stemma della città, con la dedica:”sulle ali di Arona il bacio materno di Arona”. La domenica 27 aprile 1924 fu una giornata particolare per il Santuario del Sacro Monte di Varallo: per la prima volta (e sin qui, credo, unica) , tra le sue mura, avveniva la consacrazione di un Vescovo, con l’intervento di quello di Novara, di Vigevano, di Biella.

Intorno, l’Italia, intanto, vedeva prevalere il fascismo. Una nuova legge elettorale, la legge Acerbo, consegnava una debordante maggioranza alla Camera dei Deputati alla lista che avesse raggiunto il 25% dei voti validi. E fu così, con le violenze che caratterizzarono le elezioni in quel 6 aprile 1924, che il Partito fascista divenne maggioranza nelle istituzioni.

Non furono anni facili quelli dell’Arcivescovo Fossati a Torino: fascismo; la guerra; la Liberazione; la ricostruzione; l’industrializzazione con la crescita abnorme del capoluogo con l’immigrazione dal Mezzogiorno. La biografia del Cardinale recita che il rapporto con il fascismo subì una severa incrinatura con le leggi razziste. Fossati non ebbe esitazioni: usò tutti gli strumenti a sua distinzione per aiutare gli ebrei, tanto che, non potendo intervenire su di lui, il regime fascista arrestò il suo segretario, don Vincenzo Barale, che agiva su suo mandato. A quest’ultimo sarebbe stato destinato il riconoscimento di “Giusto fra le nazioni”. La generosa pastoralità dell’Arcivescovo si ispirò ai modelli dei santi sacerdoti torinesi dell’Ottocento, con grande attenzione sul mondo del lavoro. Toccò a lui portare a compimento i processi di canonizzazione del Cottolengo, del Cafasso, di don Bosco, di Domenico Savio e introdurre cause di beatificazione come quella di Pier Giorgio Frassati, che sarà ora canonizzato il prossimo 3 agosto 2025.

Un altro rettore del Sacro Monte (1942-1946), l’oblato Francesco Fasola, di Maggiora – trent’anni dopo Fossati nel 1954 – sarebbe stato consacrato Vescovo. Direzione un’altra isola, la Sicilia, ad Agrigento, poi Caltagirone. Nel 1977, accolte dal Papa le sue dimissioni da Arcivescovo di Messina, tornerà al Sacro Monte di Varallo, per poi lasciare questa terra nel 1988, a Novara.

Gianfranco Astori

Gianfranco Astori

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