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Don Paolo Milani, direttore dell’Archivio storico diocesano, ha presieduto la Messa nel giorno dedicato alla Madonna Immacolata nella chiesa parrocchiale, la collegiata di san Bartolomeo.
Don Milani conosce bene Borgomanero e molti borgomaneresi si ricordano di lui con affetto. Era stato coadiutore della parrocchia fra il 1993 e il 1998. E di Borgomanero don Paolo conosce in particolare la devozione alla Madonna Immacolata, la cui statua si trova in piazza Martiri, nel centro cittadino, un fatto forse unico. La statua venne voluta dal Marchese Gabriele d’Este nel 1721: «Lo decise l’allora Consiglio comunale e questo significa che la proposta era conseguente a una forte volontà popolare accolta poi dal clero dell’epoca».

Un’unione fra l’aspetto civile e quello religioso che si ripete da oltre tre secoli, rinnovato anche quest’anno con la presenza del sindaco Sergio Bossi di altri amministratori con il gonfalone.
Una festa che coinvolge tutto il territorio. Dopo la Messa, nell’aiuola della statua mariana in piazza, i rappresentanti delle diverse realtà del territorio hanno collocato ai piedi della statua dei ceri. V’erano quelli dei salesiani e dei rosminiani, della parrocchia di San Bartolomeo, di quelle di Santa Stefano e Vergano, di Santa Croce, di San Marco e di Santa Cristina, quelle degli altri centri dell’Unità Pastorale Missionaria: Cureggio, Boca, Maggiora e di Gattico-Veruno con i due Maggiate e Revislate. Don Paolo Milani, presentato dal prevosto don Piero Cerutti, all’omelia si è soffermato sulla straordinarietà della Madonna mai toccata dal peccato: «Nei primi anni di sacerdozio mi domandavo che cosa potessimo c’entrare noi peccatori con una donna che di peccati non ne ha. Poi, anno dopo anno, ho colto la bellezza e la profondità della Madonna. Il bello della vita l’ho compreso da Maria: Maria è armonia perfetta, un canto senza stonature, e realizza in modo pieno oggi quello che noi saremo».

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