Emozioni. Chi parteciperà alla Sacra Rappresentazione di Romagnano Sesia ne vivrà tante. Non solo grazie al forte valore religioso e culturale di un evento storico di rilievo. C’è una particolarità della Passione che va messa in risalto: lo spettatore è compartecipe di quanto sta accadendo. Attraverso gli spostamenti tra un quadro e l’altro, vivendo su vie e piazze del borgo quella Via Crucis. Che ha cambiato la storia.
Lo si è percepito sin dai primi minuti anche in occasione della registrazione de “L’approfondimento della settimana”, condotto su Videonovara da Giusy Trimboli. Nella puntata – in onda venerdì 11 aprile alle 21 – il presidente Paolo Arienta ha raccontato i movimenti di una macchina “complessa ma allo stesso tempo affascinante”, che muove in paese trecento persone tra interpreti e comparse, dal Giovedì Santo alla Domenica di Pasqua.
Con lui Monica Binda e Rachele Palestro, che vestiranno i panni della Madonna. “Me lo aveva detto la mia maestra che forse un giorno sarei diventata Maria” ha esordito Binda, ricordando proprio Maria Rita Nobile, per anni insegnante in paese, che già ricopriva la stessa parte. Sì, perché a Romagnano funziona proprio così: ci si tramanda – di generazione in generazione – riti antichi di secoli. A volte, persino andando a ricercare i personaggi tra i banchi di scuola. Palestro si è invece soffermata sul forte “impatto emotivo di quei momenti” perché la drammatizzazione “va vissuta preparandosi interiormente”.
E così si compie davvero il binomio tra la rappresentazione popolare e l’intensità della preghiera con la quale viene vissuta da chi è protagonista. Paolo Usellini, che nel comitato si occupa delle pubbliche relazioni, ha invece tracciato un profilo storico, ricordando come ci si avvini a celebrare i 300 anni di una manifestazione conosciuta ormai in tutto il mondo “ma capace di non perdere le radici di quel lontano 1729”. E rilanciando la figura del Governatore, grazie al quale tutto iniziò poiché, come ha spiegato Alessandro Pettinaroli “storicamente si configura come il priore della Confraternita: doveva sovraintendere alle processioni di un tempo. Era un ruolo molto ambito e i primi furono tutti appartenenti alla nobiltà; solo con i primi del Novecento la possibilità è stata aperta a chiunque ne facesse richiesta. In quei giorni il Governatore è la carica più alta della comunità”.
Ancora oggi la tradizione è rimasta la stessa dopo tre secoli. Come ha sottolineato Andrea Ioppa, che veste i panni del Cristo dal 2013. “Ruolo che ricopro con particolare emozione, molto significativo, che mi permette di entrare in contatto con una tradizione che da anni fa parte dei romagnanesi. Una figura cosi importante che – per me – diventa anche una grande opportunità di crescita personale. Che mi accompagna per tutto l’anno”. Così come, è consuetudine a Romagnano, riconoscersi anche attraverso i ruoli che ti vengono affidati all’interno del Venerdì Santo. “E’ il Cristo” spesso mi dicono, persino quando sono a lavorare in vigna – aggiunge Ioppa, che appartiene alla storica famiglia di viticoltori. Mettendo in risalto come quel pubblico, che ti guarda e vive con te gli ultimi istanti della vita di Gesù, ti penetra nel cuore e non ti lascia più.
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