Nel terzo giorno di Novena natalizia, il vescovo mons. Franco Giulio Brambilla ha incontrato in Cattedrale i bambini delle scuole cattoliche di Novara. Un appuntamento tradizionale, guidato dallo slogan “Abbi cura di Lui”, che si è svolto con momenti di canto, approfondimento e preghiera, attraverso la lettura delle Profezie.
Un incontro che quest’anno acquista una dimensione ancora più significativa. Come spiegato ai piccoli, infatti, sono passati ottocento anni dal primo presepe, allestito da San Francesco d’Assisi a Greccio. «Sappiamo che risale al 1223 il primo presepe vivente», ha precisato mons. Brambilla. «Anche io, tuttavia, ho scoperto recentemente che erano presenti soltanto una mangiatoia con il fieno, il bue e l’asino e che tutto il resto, i personaggi, sono stati aggiunti in secondo tempo».
Si traduceva in questa immagine la vera intenzione di San Francesco: creare una memoria del Bambino nato a Betlemme, guardandone con “gli occhi del corpo” il disagio dell’essenzialità. Nella rappresentazione pittorica di Giotto mostrata in Duomo, San Francesco ritorna all’abito diaconale per deporre Gesù nella mangiatoia e per proclamare – “con gli occhi della fede” – il Vangelo.
«Il presepe è composto di tre elementi», ha commentato il vescovo, «e ci raccomanda di andare incontro al Natale con semplicità, la mangiatoia, povertà, il fieno, e umiltà, il bue e l’asino».
Solo alcuni insegnamenti, i più importanti, per i bambini, con la possibilità di trarre spunto per riflettere in famiglia e con le maestre a scuola, per vivere la festa del Natale in modo nuovo e diverso. Anche la “sorpresa” dedicata agli alunni ha sottolineato quanto sia importante il giorno della nascita di Gesù. Un artista ha portato in chiesa Giovannino Perdigiorno, celebre personaggio creato dalla penna di Gianni Rodari, invitando i presenti ad entrare nel suo mondo di fantasia.
Filastrocche, versi in rima e “balletti” improvvisati hanno parlato del Natale come rappresentazione dell’amore e della vita. Hanno confermato il desiderio dei bambini di costruire un mondo di pace, nel quale rispettare l’altro come fosse un fratello. Con gli auguri di mons. Brambilla, i ragazzi hanno ricevuto un cuore rosso da appendere sull’albero di Natale, per scambiarsi frasi d’amore e per, come desidera Giovannino, non smettere mai di sognare.
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