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Ore perse, difficoltà a raggiungere il posto di lavoro, treni strapieni e aumento del costo degli abbonamenti.
I pendolari novaresi sulla tratta Milano-Torino lanciano il proprio grido d’allarme per le difficoltà.
Il problema maggiori è legato all’eliminazione del primo treno del mattino che a Novara direzione Torino arrivava in stazione alle 5,56 mentre ora arriva alle 6,54. Stesso problema alla sera. L’ultimo da Torino parte alle 20,54 mentre in precedenza c’erano treni anche fino alle 23.

«Il regionale veloce, il primo che arriva da Milano e parte alle 6,56 da Novara arriva già pieno di pendolari e studenti – spiega Roberto Esposito -. Una situazione che viviamo dal 2020. Purtroppo è diventato un lavoro andare a lavorare. Gente che perde ore di lavoro perché hanno tagliato treni. Oltre a questo hanno anche aumentato il costo degli abbonamenti di 20 euro in poco più di un anno con sempre meno servizi. Inviterei assessore ai trasporti e responsabili di ferrovie a viaggiare per capire come si vive a bordo. Si vuole incentivare l’utilizzo dei viaggio cosiddetti green e poi ci si ritrova in questo modo. Basta propaganda dell’ecologia, ci vogliono i fatti. Perdere ogni mese tante ore di lavoro vuol dire avere meno soldi nello stipendio. Si parla di non rispetto per chi va a lavorare tutti i giorni. Le persone sono obbligate anche alla sera ad uscire prima per poter tornare a casa».

Servizio completo su l’Azione in edicola da questo venerdì 12 gennaio o scaricabile direttamente da qui.

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