Dieci persone detenute nel carcere di Verbania hanno superato i timori, le timidezze, l’imbarazzo di sentirsi osservati e forse giudicati e con sicurezza e coraggio hanno percorso la Via Crucis del Sacro Monte Calvario. Domenica 5 marzo hanno letto le meditazioni e le preghiere per ogni stazione che loro stessi hanno scritto sulla passione di Gesù, rendendola attuale nelle loro esistenze.
Sbagli, rimorsi, paura, solitudine e voglia di rinascere, i detenuti hanno raccontato il loro stato d’animo di reclusi.
Il fatto di essere un momento non solo riservato a loro e a qualche sacerdote, ma di essere stato ampiamente divulgato e di inserirsi in un appuntamento quaresimale aperto all’intera comunità che ha pregato con i detenuti, ha reso ancor più sentita la celebrazione.
Molti fedeli di tutta l’Ossola e diversi sacerdoti hanno partecipato alla Via Crucis.
La direttrice della casa Circondariale di Verbania Stefania Mussio,con il vicepresidente dell’ente di gestione dei Sacri Monti del Piemonte Maurizio De Paoli, raccogliendo l’invito del rettore del Calvario don Michele Botto, si è impegnata nell’organizzare la partecipazione.
Le meditazioni sono state scritte dai detenuti con la collaborazione del cappellano don Giovanni Antoniazzi e delle volontarie. Il progetto è stato possibile grazie anche alla sensibilità e all’attenzione della polizia penitenziaria.
Anche il vescovo di Novara monsignor Franco Giulio Brambilla ha voluto inviare un messaggio di vicinanza e unione nella preghiera ai detenuti, scrivendo l’introduzione alla Via Crucis.
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